Ricordando Giorgia
Scritto da una collega il 08 Aprile 2014.

Cara Giorgia,
te ne sei andata in punta di piedi così come eri uscita dalla scuola dopo quarant'anni di insegnamento.
Dov'è Giorgina? Come sta la Righetti? Sapete niente di lei?
Queste erano le domande che ci rivolgevamo increduli, noi colleghi, dopo che non ti avevamo vista ritornare dalle vacanze natalizie del tuo ultimo anno di lavoro qui al "Belli". Ma come mai Giorgia non ritorna a scuola? Cosa l’è capitato?
Nessuno aveva tue notizie dirette e tu non sembravi volerne dare.
Gli sms e le e-mail mi parvero il mezzo più adeguato, sia per avvicinarti rispettando la tua riservatezza, sia per provare a riallacciare un seppur debole filo con la collega che avevo conosciuto alcuni anni prima al "Belli" e che mi salutava con un "Ciao, Bella!" insieme ad un sorriso amichevole e materno.
Ti avevo conosciuta nel tuo ruolo di insegnante, a volte affettuosa e a volte severa con i tuoi studenti, e non volevo vederti dissolvere e svanire nella dimenticanza.
Ho gioito dentro di me quando alcuni dei miei sms e qualche e-mail hanno ricevuto una tua risposta. Un po’ con mia sorpresa sono stati sufficienti per far abboccare quello schivo e discreto pesciolino che ha iniziato così a condividere con il logbelli alcune sue poesie che tutt’ora potete rintracciare nel giornalino online.
Cara Giorgia,
durante queste brevi corrispondenze c'è sempre stato un “non detto” tra di noi perché non dirlo, o meglio, non scriverlo significava poter immaginare e sperare che non esistesse. Purtroppo, invece, quel “nondetto” si è abbattuto ineluttabilmente nella tua vita.
Mi rimane una tua poesia che mi avevi spedito e che condivido qui con quanti vorranno ricordare una cara collega e amica.
E, rivolgendomi direttamente ai figli di Giorgia, condivido questa poesia scritta dalla vostra cara mamma e dedicata a sua madre.