"Il palazzo enciclopedico", una mostra interessante alla Biennale Arte 2013
Scritto da Docenti E. Ortis e G. Bellomo il 11 Settembre 2013.

La visita guidata alla Biennale di Venezia, il 5 settembre scorso, ha suscitato molto interesse e spunti di riflessione tra i docenti del nostro Istituto che vi hanno partecipato.
Certamente gli studenti, che saranno accompagnati a loro volta in visita, potranno cogliere l’originalità e la sorpresa che diverse opere offrono.
Di seguito alcuni passaggi tratti dalla presentazione del curatore della 55.Esposizione Internazionale dell’Arte, Massimiliano Gioni, e la foto di qualche opera presente in mostra.
“Il 16 novembre 1955 l’artista auto-didatta italo-americano Marino Auriti depositava presso l’ufficio brevetti statunitense i progetti per il suo Palazzo Enciclopedico, un museo immaginario che avrebbe dovuto ospitare tutto il sapere dell’umanità, collezionando le più grandi scoperte del genere umano, dalla ruota al satellite. Auriti lavorò per anni alla sua creazione, costruendo il modello di un edificio di 700 metri di altezza.
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"Il palazzo enciclopedico"
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Queste cosmologie personali, questi deliri di conoscenza mettono in scena la sfida costante di conciliare il sé con l’universo, il soggettivo con il collettivo, il particolare con il generale, l’individuo con la cultura del suo tempo. Oggi, alle prese con il diluvio dell’informazione, questi tentativi di strutturare la conoscenza in sistemi omnicomprensivi ci appaiono ancora più necessari e ancor più disperati. La 55. Esposizione Internazionale d’Arte indaga queste fughe dell’immaginazione in una mostra che – come il Palazzo Enciclopedico di Auriti – combina opere d’arte contemporanea, reperti storici, oggetti trovati e artefatti.
Sfumando le distinzioni tra artisti professionisti e dilettanti, tra outsider e insider, l’esposizione adotta un approccio antropologico allo studio delle immagini, concentrandosi in particolare sulle funzioni dell’immaginazione e sul dominio dell’immaginario. Quale spazio è concesso all’immaginazione, al sogno, alle visioni e alle immagini interiori in un’epoca assediata dalle immagini esteriori? E che senso ha cercare di costruire un’immagine del mondo quando il mondo stesso si è fatto immagine?”
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