Forse non serve
Scritto da Un’insegnante
il 19 Novembre 2019.
Riflessioni sopra le spoglie di Antigone
Serve davvero ancora leggere del mito, parlare di personaggi nemmeno esistiti? Serve davvero leggere alcuni brani della tragedia di Antigone in una classe prima? In che maniera tocca delle quattordicenni la vicenda di una donna che vuole seppellire uno dei suoi due fratelli, lasciato in pasto alle fiere, contro il volere di Creonte, lo zio regnante? Oggi tutti i morti hanno sepoltura, oggi non esistono zii regnanti che impediscono di celebrare il funerale ai nostri cari. Oggi questa storia non le riguarda.
Tuttavia… si commuovono di fronte al coraggio di una donna in ginocchio accanto al corpo del fratello morto, dilaniato dai morsi di cani ed uccelli. Scelgono la frase “in nome di questo principio ti ho reso onore al di sopra di tutto” riconoscendo la forza dei sentimenti che legano i membri di una stessa famiglia.
Conseguentemente, si ritrovano nel dolore della perdita degli affetti più cari e più intimi e con una sensibilità tutta femminile si riconoscono in Antigone che afferma: “io sono fatta per l’amore e non per l’odio”, come se Antigone fosse metafora di una intera umanità.
Comprendono, dunque, la sfida alle regole imposte dall’uomo e alla legge civile, in nome di un amore che non può essere contenuto da quella stessa legge, in nome di un valore morale più alto che riguarda il rispetto del genere umano, condividendo la rabbia di Antigone contro una situazione ingiusta.
Infatti poi si indignano di fronte alle parole di disprezzo di Creonte, di un uomo contro una donna, immaginando che lo zio, sentendosi minacciato, non possa fare altro che a sua volta minacciare “finché sarò in vita, non mi farò sottomettere da una donna”, poiché ha paura - come molti uomini, dicono - di una donna che non si sottomette.
Stimano, quindi, la determinazione a portare avanti i propri ideali, contro il potere e fino alla morte, e individuano in Antigone la figura di una femminista ante litteram, rimanendo stupite che i Greci abbiano potuto trattare di un argomento che è ancora così attuale.
Qualcuna scrive che Antigone è un’eroina, poiché tutte si stupiscono della grandezza di chi è disposto a pagare con la vita le conseguenze delle proprie scelte, ma anche semplicemente di chi è tenace pur sentendosi disprezzato non solo da uno, ma da tutti gli uomini.
Individuano, dalle parole “il nemico non è mai un amico neanche da morto”, che il vero nemico non è Creonte, ma l’uso del potere, quando non è rispettoso dell’umanità e genera sofferenza.
Serve davvero leggere alcuni brani della tragedia di Antigone in una classe prima?