Scritto da prof.ssa Luisella Saro
il 03 Maggio 2011.
Merita spendere tempo, energia, passione, in questa attività che è nata proprio un anno fa come scommessa un po’ folle di qualche insegnante evidentemente (e simpaticamente) un po’ folle pure lui?
Merita! Risposta secca, senza “se” e senza “ma”. Merita.
E non per i premi, i diplomi e i riconoscimenti imprevisti e inaspettati che nel corso dell’anno sono arrivati da più parti alla redazione. Non per i complimenti di qualcuno, dentro e fuori la nostra scuola, dentro e fuori Portogruaro, che ha avuto ed ha la bontà e la pazienza di leggerci e di seguire il nostro cammino.
Merita perché molti ragazzi (allievi ed ex-allievi), anche grazie a questo giornale, al “loro” giornale, stanno cominciando ad amare la scrittura e a concepirla come un piacere e non solo come un dovere.
Merita perché tanti studenti stanno provando il gusto di chi guarda la realtà con attenzione e vi si sofferma, non permettendo che gli scivoli addosso senza lasciare segno. Stanno imparando a “leggerla” e a giudicarla criticamente.
Merita perché riconoscono in questo “luogo”, virtuale eppur concretissimo, uno spazio capace di accogliere le domande più vere che hanno nel cuore e ci invitano, così, a non eludere e a non elidere le nostre.
Merita perché, mettendo a nudo se stessi e la loro appassionata, zigzagante, a volte faticosa, irripetibile adolescenza, ci richiamano al nostro ruolo di adulti e in ogni “pezzo”, in ogni riga di ogni “pezzo”, ci ricordano che non si accontentano delle risposte che dà il computer, perché alle domande della vita può rispondere solo chi vive.
Merita perché correggere gli articoli dei ragazzi riporta al significato profondo e vero del verbo, che è “cum-rĕgere”. E’ così che, nel tempo, si sono creati o rafforzati legami tra persone e non semplici, sterili scambi di e-mail.
Merita perché anche qualche docente, grazie al LogBelli, si è ricordato che la penna può essere usata non solo per compilare registri, mettere giudizi o segnare voti, o errori sui compiti, ma per raccontare di sé: della passione per il proprio lavoro, del rapporto con i ragazzi, della vita nella e della scuola…
Merita, perché se penso (e ne cito solo alcuni) agli articoli scritti dopo lo stage nelle carceri, o ai testi prodotti in seguito al terremoto ad Haiti, o allo tsunami in Giappone, o agli sbarchi a Lampedusa, vedo, dietro quelle riflessioni, ragazzi che desiderano confrontarsi con la realtà, disposti a mettersi in gioco e a lasciarsi interrogare.
Merita, perché il LogBelli racconta la fatica e la bellezza di crescere. Racconta, con un coraggio e una franchezza a volte disarmanti, esperienze, scoperte, speranze, delusioni. Racconta la scuola che c’è e quella che si vorrebbe. Gli adulti che ci sono e quelli che si desidererebbe avere di fronte, a casa e in classe.
Racconta…la vita.
“Diploma di gran merito” a parte, merita, dunque, spendere tempo, energia, passione, in questa attività che è nata proprio un anno fa come la scommessa un po’ folle di qualche insegnante evidentemente un po’ folle pure lui? Merita!
Senza “se” e senza “ma”.