Scrivono i Prof

Diario semiserio di un primo-pomeriggio da prof

Scritto da Prof. B il 01 Novembre 2010.

“Ho visto cose che voi umani.”
Blade Runner
Domenica, 31 ottobre, 2010

Ore 12.00: è con un pasto quasi abbondante che mi preparo ad affrontare il pomeriggio di correzione dei compiti in classe. Anzi a mezzogiorno, complice il ritorno dell’ora solare, ho già ripiegato la tovaglia; d’altra parte, – immagino sbagliando – non lo saprà nessuno. (Strano però come la più piccola deroga alle convenienze borghesi mi inquieti: non sono Diogene, no.)

Ore 13.00: ho lavorato alla composizione del menu e alchemicamente privilegiato, come da provvisoria vulgata salutista, alimenti ricchi di triptofano. In effetti devo ammettere che, nella digestione, l’input serotoninergico diventa subito percettibile: neurotrasmettitori come fosse un trionfo bacchico. Basta poco, mi convinco, per il pomeriggio che mi aspetta.

Ore 13.15: dalla finestra solo pioggia battente. Apro per cacciar fuori un paio di cimici. E’ una fortuna – mi dico ancora – starmene al caldo, testimone seppur recalcitrante della biodiversità. Correggere qualche foglio manoscritto non l’avrà certo vinta sulla biochimica (o sulla fortitudo, nella versione antimaterialista). E poi, con questo tempo, l’alternativa qual era? Vedere un Rohmer, in qualche cinema, con dolcevita nero d’ordinanza?

Ore 13.20: prendo in mano il brogliaccio, ma un’improvvisa vertigine mi porta ad allargare le gambe per aumentare il baricentro. Un presentimento?

Ore 13.25: Un presentimento. Compulso nervosamente pagine che sembrano scritte da alieni in vena di scherzi. Devo rileggere con più calma… Sì, l’effetto stroboscopico è dato dalla lettura, insisto con me stesso. Ricomincio dopo aver strizzato gli occhi. No, non era la lettura veloce; anzi, quella aveva in parte dissimulato. Secerno triptofano ma davanti agli occhi mi scorre, ugualmente, il film della mia vita. Ripenso alle lezioni recenti, agli “Avete capito?”, ai “Sì, prof!”… Non avevano capito.

Ore 15.40: sono in iperventilazione ma non credo sia grave, per uno che insegna. Contatto l’ex collega G., di tendenze apocalittiche: mi dice che anche da lei, allo Scientifico, sapessi… Le credo solo in parte. Ha intuìto che sto male e la sua solidarietà è sospetta.

Ore 16.00: devo reagire. Un’antica convinzione, che giuravo radicata ma che è sempre più vacillante, mi proibirebbe di inalare sostanze psicotrope. Ripenso al negletto Berkeley, alla sua inopinata fede nelle virtù terapeutiche dell’acqua di catrame e risolvo: pulirò il bagno.

Ore 16.30: la fiducia nelle tiepide esalazioni dell’ammoniaca si è rivelata – neanche a dirlo – malriposta. Nessun risultato apparente ma forse è colpa del discount. La prossima volta, solo detergenti di marca.

Ti potrebbero interessare