Scrivono i Prof

Complimenti Annamaria!

Scritto da prof.ssa Maria Rita Bellomo il 26 Maggio 2011.

Lungo i corridoi dell’istituto, sopra i tavoli, sulle cattedre o appesi ai muri, si vedono locandine e dépliant variopinti ai quali, il più delle volte, si presta scarsa attenzione.
Saranno stati quel bel colore azzurro chiaro e quei disegni floreali che sembravano fluttuare leggeri lungo un fianco del dépliant, forse anche l’innato istinto femminile, che hanno spinto Annamaria a sceglierlo tra tanti e a darci un’occhiata più interessata del solito.

“Premio interprovinciale di scrittura 2011 – XXII edizione”(…).
Quanti si sarebbero fermati alla sola lettura di queste gelide parole con le quali vengono promossi i concorsi rivolti agli studenti.
E invece Annamaria no, non si è bloccata alle prime parole scritte in lettere cubitali, ma ha voluto capire bene di che cosa si trattava:
“Il Premio, promosso dal Liceo Statale “G. Berto” di Mogliano Veneto…. rivolto agli studenti delle scuole superiori delle province di Treviso, Venezia, Vibo Valentia… due sezioni: A) prosa B) poesia…. tema libero… inviare in busta chiusa entro e non oltre il 30 marzo 2011…”.
Sarà stato il desiderio di esprimere la propria creatività non solo attraverso le note musicali (Annamaria è una musicista e scrive canzoni) fatto sta che ha preso carta e penna, o meglio, ha acceso il computer, e ha voluto partecipare al concorso mettendosi alla prova con la scrittura poetica. Poesia? Sì, proprio con questa forma scritta che più delle altre si avvicina alla sua sensibilità musicale perché composta di segni e suoni.
“La cerimonia di premiazione si svolgerà venerdì 20 Maggio 2011 alle ore 20.30 nell’Aula Magna del Liceo.”
E Annamaria a quella cerimonia c’è stata in qualità di vincitrice del 3° premio della sezione poesia.
Allora, Annamaria, com’è andata la serata della premiazione?
«La serata è stata molto piacevole e intensa; una cerimonia in piena regola con tutte le autorità competenti della Regione in prima fila, che hanno fatto interventi molto interessanti. Io, nel mio piccolo, sono stata sul palco per uno spazio breve: per ritirare il premio, sentire il parere della giuria e leggere al pubblico la mia poesia che, devo dire, mi ha fatto ricevere un sacco di complimenti graditi. In più sono stata l'unica a essere premiata da uno dei componenti della giuria del Premio Campiello, il che mi ha veramente onorato».
Qual è stato il premio?
«Il premio consiste in un attestato e un piccolo compenso di cento euro. Quest'anno la Regione non ha dato i fondi per un premio più cospicuo, ma la scuola che ha organizzato il concorso ha messo a disposizione delle piccole somme di tasca propria: lo trovo ammirevole».
Per quale delle poesie da te inviate sei stata premiata?
«Sono stata premiata per una poesia per cui mai mi sarei aspettata un riconoscimento così importante. S’intitola "E Sei" ed è una poesia d'amore, o così la definiscono. Per me è amore, sì, ma anche gioia di libertà; racconta semplicemente me stessa e le mie emozioni. Ad alcuni rimane incomprensibile, ad altri, invece, suggerisce qualcosa. Ognuno, si sa, ha la sua chiave di lettura».
Ognuno, dunque, metta mano alla propria chiave di lettura e provi ad aprire le molteplici porte che la poesia di Annamaria contiene. Il rischio, però, è grande: potrebbe avere “un’emorragia ai sentimenti”.

E SEI.

E sei,
sei quel ritornello rock
che mi naviga nei pensieri la mattina.
Quel ritmo che accompagna la mia mano
mentre pettino un prato.
E sei,
e ti ho vissuto.
Hai accarezzato un cielo cobalto, invernale,
con i tuoi occhi voragine.
Sì, sono profondi,
ci sono io sul fondo.
Eppure l'ho accarezzato, il cielo.
Un ticchettio monotono di bomba ad orologeria.
O cuore.
E ho avuto un’emorragia ai sentimenti,
mi ha invaso la testa di profumo,
e ho sentito sangue morbido sulla punta delle dita.
E hai ricostruito trecce
con ciocche di capelli tagliate al futuro.
Ho visto una nuvola ridere.
E' come ritrovarsi a pedalare nella notte,
e non vedi,
e gioisci nel vedere un lampione,
un lampione che imita il sole.
Ma funziona così,
alzi le dita e buchi la notte dei sensi,
e torni a far passare i raggi del sole.
E come un fiore bevo luce.
E come te sono vita.
Annamaria Varsori, 3AS

LACRIMOGENI

Non vedevo i lacrimogeni cadere,
non vedevo i fumi appannare la società,
non sentivo lo strazio di membra terrestri,
arse, vittime.
Avevo gli occhi lucidi,
o bui, o coperti da veli di plastica.

MODERNITÀ.

E mi svegliai tardi, io figlia del ieri rigettata nell'oggi.
E vidi gli spasmi dei fiori,
E vidi le mie mani sporche di farina:
avevo preparato troppi dolci ideali.
Avevo lo stomaco pieno di realtà elettroniche.
E a volte sono vita, a volte sono luna,
a volte cammino per quel movimento abitudinario di membra.
A volte il cuore è solo rumore,
a volte il cuore non esiste.
Il tuo esiste? Il tuo è rumore?
Il mio è bambino,
è un colore mescolato con le dita intrise nel cielo.
E non avevo sentito le urla,
ero chiusa tra mura vitree ma incoscienti.
E vorrei che i lacrimogeni fossero solo nebbia,
vorrei che le urla fossero acuti di canti silvani.
Tu non vedi la realtà che ti sta a due passi,
Perché hai gli occhi appannati da lacrime di mondo.
Le trasformerò in lacrime di gioia un giorno,
quando al mondo farò il solletico.
Annamaria Varsori, 3AS

ME STESSA

Tante volte penso al passato,
destinatario non pervenuto.
Appoggiata ad un muro di mattoni rossi,
come una lucertola che si scalda il sangue al sole.
Come un manto invernale
la pelle marmorea di ogni stagione non mi abbandona mai.
E tanti piccoli spilli di ghiaccio
mi ricamano le dita.
Come quando la pioggia
bagna una foglia caduta,
e ne rimane l'impronta colorata sull'asfalto:
sono un graffito vivente.
E non amo le scale minori,
mi narro nella completezza di quelle maggiori.
Ma io non sono maggiore a nulla,
forse un'armonia troppo conosciuta,
ma che bene o male, nella natura,
non stona mai.
Annamaria Varsori, 3AS

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