Progetti e attività

Grasso è bello?

Scritto da Lodovico Paolini il 31 Marzo 2010.

Recentemente, presso la Biblioteca della sede centrale del nostro Istituto, alcune classi hanno incontrato due giovani donne in rappresentanza dell'associazione “Amici del cuore”, per un incontro incentrato sul tema dei disturbi alimentari e delle malattie cardiovascolari.
Una sola però ha interloquito con i ragazzi, la dott.ssa Drigo, che, durante il tempo a disposizione, è stata in grado di sollecitare ad una partecipazione attiva per la verità solo una parte esigua del gruppo.


Alla conclusione di quei quarantacinque minuti circa destinati all'incontro, infatti, suonata la campana dell'intervallo, una fiumana di adolescenti in direzione cortile ha rischiato quasi di travolgere le due ospiti, che non hanno esitato a farli defluire verso la porta.
Criticamente dovrei sottolineare che, oltre che una poco interessante infarinatura generale sulle moderne tecniche di diagnosi di diabete, sui macchinari usati e oltre al classico decalogo di azioni da seguire quotidianamente per mantenersi in forma, tutto ciò che si è potuto ascoltare poteva tranquillamente essere riassunto in un foglietto informativo come quelli ospedalieri, che tutti almeno una volta abbiamo avuto tra le mani; forse è proprio per questo che il livello di attenzione non è stato altissimo.

Se la sostanza del messaggio è decisamente molto importante, forse bisognerebbe trovare il modo di rendere la comunicazione più efficace.
Quando si parla di problemi cardiovascolari dovuti a disturbi alimentari, si parla, per esempio, della prima causa di morte di un civilizzatissimo paese come gli Stati Uniti d'America.

Proprio a Washington, la First Lady Michelle Obama ha recentemente lanciato una campagna di sensibilizzazione verso una corretta alimentazione dei giovani, che dall'asilo alla high school si alimentano alle mense scolastiche, dove spesso e volentieri vengono serviti pasti analoghi a quelli serviti in un fast-food.
La campagna prevede l'inserimento di frutta e verdura fresche nei menu delle mense: una stranezza poco gradita ai bambini delle scuole elementari ormai abituati al gusto made in U.S. dell'hamburger più famoso del mondo, quello della “M” gialla.

In Italia, da anni, nelle mense delle nostre scuole, si cerca di proporre una dieta più equilibrata e sana, sebbene le spese siano notevolmente lievitate rispetto a prima, proprio per tentare di ridurre il problema dell'obesità sin da subito, da quando cioè il bambino comincia ad avere vere e proprie abitudini alimentari, che poi farà sue.
Eppure, ancora, nel “bel Paese” il problema è presente e forte.

Mi è capitato di leggere un articolo intitolato: “Grasso è bello”, che raccoglieva le testimonianze di vari individui felici di essere obesi, e il commento del giornalista rispecchiava l'idea degli intervistati.
Mi sono quindi chiesto che cosa penserebbe la gente se qualcuno pubblicasse un articolo analogo, dal titolo “Drogato=felice” o “ Alcolizzato è bello”. La risposta è quasi scontata: gli intervistati susciterebbero il disprezzo del lettore.
In realtà i tassi di mortalità dovuti ad alcolismo, tossicodipendenza ed obesità si avvicinano tutti ad una percentuale comune, quindi, per par condicio, non sarebbe giusto riservare lo stesso trattamento anche ai “ciccioni”?

È un retaggio culturale - e tutto italiano- considerare una certa abbondanza delle forme in maniera positiva, ma questo rischia di diventare “cattiva informazione”.
In contrapposizione, va tristemente diffondendosi il fenomeno dell'anoressia o dei disturbi alimentari, l'altra faccia di questa brutta medaglia.

Sarebbe opportuno e necessario organizzare e promuovere una campagna informativa efficace e permanente sui rischi di una scorretta alimentazione, tanto quanto si fa per il tabacco e le droghe, e mi preme dire che sarebbe importante che venisse fatto lo stesso, riguardo gli effettivi rischi della dipendenza da alcoolici, una piaga della nostra società.

Se il  metodo di diffusione di queste informazioni si limita ad incontri “una tantum” come quello sopra descritto, il messaggio pur importante che si vuole dare rischia purtroppo di lasciare il tempo che trova.

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