Nel pomeriggio di giovedì 19 aprile 2012, con la compagnia della guida Johnny e di un'altra scolaresca italiana, ma che parlava la lingua ladina, la classe 2AL, assieme alle professoresse Maria Rita Bellomo e Milena Lorenzon, ha visitato la Guinness Storehouse.
Prima di entrare nel possente edificio, ci hanno suddiviso in due gruppi: maggiorenni e minori di diciotto anni.
Appena entrati, abbiamo notato che l'ambiente era un po' scuro, ma la parte destra prevaleva alla vista: c'erano più di un centinaio di bottiglie colorate vuote, illuminate da una fioca luce e disposte in ordine sopra a delle mensole.
Testi scritti dagli studenti e curati dalla prof.ssa Antonella Barbuio
“MUSEUM OF YOUNG ART” di Danieli Marianna, Schioser Romina e Rizzo Arianna
Nella nostra gita a Praga, svoltasi dal 13 al 17 marzo, abbiamo fatto visita a diversi musei. Quello che ha catturato maggiormente la nostra attenzione è stato il “ Museum of Young Art”, situato nei pressi del Ponte Carlo IV.
A colpirci, inizialmente, quattro pistole giganti sospese all’entrata.
Il museo é diviso in tre sezioni, ma causa dei restauri in corso, abbiamo potuto visitare soltanto le ale A e B.
L’edificio, di stile neoclassico con un patio interno, dove era collocato l’allestimento con le pistole giganti (due metri per due, circa), sospese da fili invisibili, già dall’esterno appariva inquietante, ma interessante.
Visitando l’interno, abbiamo cercato di comprendere i significati delle opere. Gli allestimenti occupavano talvolta saloni o stanze intere ed erano composti in genere da materiali semplici e di scarto, come carta, cartone, bottiglie e materiale di plastica usata, vetro, ma rappresentano qualcosa di complesso, indefinito, dalle molteplici sfaccettature, con rimandi spesso alla sessualità.
Scritto da Cristina Marchesin, 4DS
il 21 Marzo 2012.
Mi chiamo Cristina e sono una studentessa che frequenta il quarto anno del Liceo delle Scienze Sociali presso l’istituto Marco Belli di Portogruaro.
Come la maggior parte delle persone, l’opinione che fino a poco tempo fa avevo riguardo i carcerati era assai negativa. Quando sentivo i telegiornali che riportavano notizie a proposito di crimini efferati, oppure se sentivo di spacciatori che erano stati arrestati, tra me e me pensavo, forse superficialmente, che fosse giusto far “marcire” i colpevoli in carcere.
Eh sì: come l’omonimo film di Walt Disney, sono stati proprio in 101 a cimentarsi nella fase d’Istituto di Orienteering, disputata il 27 Febbraio.
Quest’anno ho dovuto allestire ben 6 percorsi diversi per evitare che qualche concorrente fosse tentato di seguire gli altri: oltre ai tradizionali percorsi per Allievi, Juniores F e M, ho dovuto dividere le Allieve (1°-2°-3°) in due categorie, mentre ho pensato di dare l’opportunità di provare questa disciplina anche ai ragazzi che non avevano partecipato all’unità didattica sull’Orienteering; un percorso riservato alle Coppie ha soddisfatto le numerose richieste.
Scritto da Elisa Sipos e Alice Bassetto, 2CL
il 24 Febbraio 2012.
Il 10 febbraio, presso la biblioteca dell’Istituto, si è tenuto l'incontro finale relativo allo scambio scolastico tra gli studenti del Veneto e del Friuli e quelli del Canada. Erano presenti l'assessore ai flussi migratori della regione Veneto Daniele Stival e il Presidente dell'associazione “Veneziani nel mondo” Bruno Moretto.
Dopo la presentazione di un video e del viaggio a Toronto, il dirigente Lorenzo Zamborlini, la professoressa Milena Lorenzon, l'assessore Stival e il Presidente dell'associazione, Moretto, hanno sottolineato l'importanza formativa di queste esperienze.
Orientamento in entrata - Accoglienza classi prime Incontri e riflessioni Testi di allievi della classe 1BL curati dalla prof.ssa Loredana Moni
"USCITA IN BARCA …" di Lisa Fagotto
Per concludere il progetto accoglienza, venerdì 14 ottobre abbiamo fatto un piccolo viaggio in motonave fino a Concordia. All’andata la nostra classe è salita in barca, mentre la 1AU è arrivata a piedi, al ritorno viceversa. Ci sono stati vari momenti di divertimento e di risate, a cominciare da quando Eleonora, in barca, si è messa a cantare la canzone del “Titanic”, mentre altre due recitavano la famosa scena e le altre ridevano come matte. Un altro momento in cui mi sono divertita tanto è stato quando i miei compagni hanno giocato.Il primo gioco consisteva nel far passare un filo di nylon dentro ai passanti dei pantaloni o alle tasche della felpa e in questo la nostra classe ha vinto !!! Il secondo consisteva nel passarsi, con una cannuccia, posta tra le labbra, un elastico che vi era appeso sopra ( questo gioco era veramente divertente, ma purtroppo abbiamo perso). Il terzo è troppo complicato da spiegare, quindi se volete avere delle informazioni relative ad esso, documentatevi attraverso altri miei compagni di classe, grazie! A questo punto dovevamo tornare a scuola, ma siccome non volevamo fare l’ora di inglese, camminavamo molto piano per perdere tempo anche se alle proff . questo non piaceva molto; ad ogni bicicletta che incontravamo ci fermavamo per farla passare e ogni tanto facevamo una pausa per riposare. Ed è proprio durante questa camminata che Kim si è inventata il “motto della classe” : “Noi diciamo sì alla vita !!”. Questa giornata mi è piaciuta molto perché in quattro ore di gita siamo riusciti a divertirci tantissimo !!
È passata una settimana dalla mia visita a “Job & Orienta” di Verona, la fiera dell’orientamento scolastico. Avevo già partecipato a questo evento l’anno scorso, ma questa volta l’ho vissuto in modo diverso, guardando oltre ciò che appariva. Ecco, non ho visto solo migliaia di ragazzi accaldati ed euforici, chi più, chi meno, che si accalcavano per racimolare quante più informazioni possibile sulle Università… ma ho visto migliaia di teste, centinaia e centinaia di cervelli che costituiranno il futuro.
Stand disposti ordinatamente in una grande stanza adibita per l’occasione con un unico e ammirabile obbiettivo: il nostro futuro.
Si parla di giovani bamboccioni, scansafatiche, mantenuti fino alla maturità (fisica più che psicologica) dai genitori. Per esserne ce ne sono, non lo si può negare. Ma di giovani interessati al loro futuro ne ho visti parecchi venerdì, sebbene ci fosse anche chi ha preferito intrattenersi al bar o fermarsi ad ammirare i gadget o le proposte di feste di capodanno o viaggi di maturità impensabili, offerte con un linguaggio palesemente poco aulico.
Quei ragazzi di sedici, diciassette, diciotto anni che si aggiravano tra i vari stand delle università, dei viaggi studio all’estero o quelli che offrivano possibilità lavorative, erano interessati e incuriositi da ciò che vedevano, stimolati da un desiderio di ricerca e voglia di costruire il proprio futuro, rivendicando un’indipendenza che li apparterrà prima ancora che possano rendersene conto.
Scarica la presentazione "Chi Fa Cosa?" parte prima (organigramma) e parte seconda (appunti) proposta durante i primi giorni di accoglienza agli studenti delle classi prime.
Intervista alla prof.ssa Paola Falcomer, funzione strumentale ‘Rapporti con il territorio’ presso la nostra scuola
Ogni tanto incontro qualcuno, qualche genitore, ma anche qualche collega, che mi chiede che cosa siano gli stage, quale impegno comportino per gli studenti, che cosa s’impara durante questa attività, o che vuole sapere se sono obbligatori o facoltativi. Ho deciso di intervistare la prof.ssa Paola Falcomer per saperne di più ed offrire informazioni anche a voi, visitatori-lettori del nostro giornale on line.
G. Bellomo: ‘Stage’ si pronuncia all’inglese o alla francese? Vuoi, gentilmente, cominciare a rispondere con un chiarimento relativo al termine?
P. Facomer: Non sei la sola a confondere.
Il termine è scritto allo stesso modo: ‘stage’ in francese e inglese, ma il significato e la pronuncia non sono gli stessi.
In francese ‘stage’ (si pronuncia stàj; con la g finale di garage) significa “pratica”, “sosta in una particolare situazione professionale”; chi svolge uno stage viene chiamato stageur, in italiano spesso sostituito dal neologismo “stagista”.
In inglese ‘stage’ (si pronuncia stèig; con la g di gelato) significa, invece, “palcoscenico, teatro” e “to stage” significa “mettere in scena”. Ma, nel mondo anglosassone, per indicare un periodo di formazione in un contesto lavorativo e perciò con lo stesso significato del termine francese ‘stage’, si usa il termine “work esperience” o “internship”.
Volendo recuperare il significato del termine inglese ‘stage’- utilizzato impropriamente da tanti - si può pensare al contesto aziendale come ad un palcoscenico: lo studente agisce “come se” stesse lavorando e sperimenta il ruolo di “lavoratore”, affiancato da un dipendente dell’azienda che invece è lavoratore a tutti gli effetti.
Il termine italiano corrispondente a ‘stage’ più appropriato è ‘tirocinio’, che sta ad indicare un periodo di formazione realizzato in contesto produttivo. Il legislatore utilizza esclusivamente l’espressione “tirocinio di formazione ed orientamento al lavoro”, ma la prassi tende ad utilizzare il termine ‘stage’.
Ma veniamo alla nostra scuola e ad una precisazione.
In effetti la 3DS non se l’aspettava di ricevere il primo premio per il miglior spot, all'ottava edizione del concorso video rivolto alle scuole, patrocinato dal Consiglio Comunale di Portogruaro, e il cui tema quest'anno era la salvaguardia dell'ambiente, la promozione del risparmio delle risorse, la raccolta differenziata, la riduzione dei rifiuti e la qualità della vita sostenibile e compatibile con l'ambiente che ci circonda.
La premiazione si è svolta nell’aula magna dell’ITIS “Leonardo Da Vinci” il 4 Giugno. Sette erano le classi in concorso: tre delle scuole superiori, due delle medie e due delle elementari.
Quest’anno, nella settimana dal sette al quattordici maggio, sono stato protagonista, insieme ad altri dieci compagni della classe 3AL del liceo linguistico “M.Belli” e alle due docenti di francese e di tedesco, di una fantastica e divertente esperienza di stage in Francia, precisamente a Cannes.
Siamo partiti in treno dalla stazione di Portogruaro il sette maggio alle ore 10:40 e siamo arrivati a destinazione alle ore 21:00 circa. Alla stazione di Cannes siamo stati affidati alle famiglie ospitanti, come pure le due insegnanti.
Scritto da Allievi della 2CL e 2AL
il 16 Giugno 2011.
LEAVING FOR HASTINGS di Chiara Zanon, 2CL
May, Sunday 8
th 2011.
On Sunday morning my classmates and I left from Venice's airport to go to England for the language stage organized by our school. We flew and it was the first time for me! I was very excited and a little bit afraid, but I was able to relax and I was quite happy.
We arrived at Gatwick' s airport in London after about two hours; next, we carried our suitcases onto a bus and we went to Hastings, the place where we had to stay for a week . We arrived in front of the school -Embassy Ces- where there were our host-families who were waiting for us. Veronica, Elena and I were the first to go away with Mrs Michele West. We arrived at her house, we took our three suitcases from the car, then we entered her house Our landlady, Michele, showed it to us and gave us a a paper with the rules of the home.