Incontri e riflessioni

Un solo giro di pista

Scritto da R.D. il 25 Ottobre 2011.

Marco Simoncelli, ventiquattro anni. Un idolo, sì, un idolo per molte persone. Un idolo che ora non esiste più. Stroncato mentre faceva ciò che più amava. Il motociclismo: uno sport appassionante, ma pericoloso, perché si è perennemente in bilico, come in un filo sottilissimo. Sospesi tra la vita e la morte. Il 23 ottobre Marco l'ha trovata. Ha trovato la Morte, che lo ha preso sottobraccio e lo ha portato via dal mondo e da tutte le persone che lo amavano e gli volevano bene. E' stata crudele: si è servita di una stupida scivolata. Questione di un attimo. Era solo il secondo giro e l'impatto con due compagni, amici, non si è potuto evitare. Travolto e schiacciato è rimasto lì, immobile. Subito per tutti è chiaro che si tratta di una cosa grave e allora l'inquadratura viene spostata da quella scena agghiacciante.
Solo mezz’ora prima, di fronte alle telecamere, il suo sorriso dolce e fanciullesco. Salutava felice, ignaro che sarebbe stato il suo ultimo saluto.
Poi le lacrime. Lacrime che rigano le guance di migliaia di persone, affrante dalla scomparsa di un giovane e di una giovane promessa. "Non piangete, lui non lo vorrebbe", ha detto la madre di Marco, ma è difficile trattenere le lacrime. Difficile perché un ragazzo giovane è morto. Mancava all'appello ancora una gara, poi Marco sarebbe andato in ritiro assieme ai suoi compagni, pronto a prepararsi per un nuovo campionato, ma Dio l'ha chiamato a Sé.
Oggi molti, più o meno seriamente, parlano della “fine del mondo” e sipreoccupano di ipotizzare l'anno il giorno l'ora e il secondo in cui tutto finirà. Per Marco Simoncelli il mondo è già finito ieri. Ora tocca a noi pensare a come spendere il tempo che abbiamo a disposizione. Ognuno di noi, nella vita, ha solo un giro di pista. Più o meno lungo, ma uno solo…

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