Sarà così la nostra vecchiaia?
Scritto da Veronica Facciolati, Irene Solighetto, Giulia Biasin, Ilaria Trevisan, Valentina Rizzo: allieve di 4CS il 14 Maggio 2011.

Ma cosa succede? Mi sento stanca, eppure ho la sensazione di aver dormito molto. Aprendo la finestra a fatica, le mie sensazioni si rivelano esatte: è già buio. Che strano, la mia pelle è rugosa e non riesco a camminare velocemente…
L’indomani mi alzo di buon’ora per guardare le notizie della prima edizione del telegiornale e, stranamente, ho voglia di pane inzuppato nel latte: la tipica colazione che faceva mia nonna. Eppure io amo mangiare i croissant appena sfornati con un bicchiere di succo alla pesca fresco, guardando il mio canale di musica preferito alla tv.
Ritorno a casa per prendere gli occhiali e poter così leggere il giornale; è già pomeriggio inoltrato. Mi siedo sulla mia poltrona preferita, quella rossa, e inizio a scorrere i titoli degli articoli di prima pagina. Mi soffermo sulla lettura di un pezzo che parla di una famiglia riunita dopo molti anni di separazione forzata e sento crescere in me una strana sensazione, quasi mai provata prima: mi risulta difficile inserirla in una categoria di sentimenti conosciuti. Continuo a leggere e il sentimento pian piano prende forma in ciò che viene descritto con il nome di nostalgia. Sì, inizio a provare nostalgia: per i miei figli, per i miei nipoti che ora sono lontani ma torneranno domenica a farmi visita. Ne sono sicura e non aspetto altro. Stare con loro riempie le mie giornate, mi fa stare bene e mi fa sentire più giovane.
È domenica mattina e finalmente sono arrivati i miei figli, le nuore e i miei adorati nipotini. Decido di preparare il loro piatto preferito: le lasagne. Inizio subito a mettermi all’opera e i piccoli, appoggiati al tavolo con i gomiti, mi guardano chiedendo continuamente quando sarà pronto. Mi giro rispondendo loro con un sorriso: “Presto, amori miei!”. E infatti cerco di fare tutto senza perder tempo, ma le mie mani non si muovono come dovrebbero. Ecco allora mia nuora Serena che, al mio fianco, mi aiuta nella preparazione. Mettiamo il pasticcio nel forno e andiamo a preparare la tavola, mentre mio figlio Ivan va a comprare il fritto misto nella trattoria qui vicino; mia nuora è stata molto gentile e, come ogni domenica, ha portato un buonissimo dolce di mele che gusteremo alla fine del pranzo.
Alla sera la mia famiglia torna a casa e vengono a farmi compagnia anche alcune care amiche “di gioco”. Eh sì, perché due sere a settimana ci troviamo per giocare a briscola; dopo le solite tre partite, arriva la fine della giornata. Saluto le mie amiche e mi preparo per dormire. Mi specchio ancora incredula di ciò che mi è accaduto valutando i contorni della mia nuova figura, cui inizio ad abituarmi. Vado a letto e, quando sto per addormentarmi, sento stranamente odore di caffè provenire dalla cucina. Dopo un attimo di smarrimento salto in piedi e corro a spegnere il gas… appena in tempo! Ma come ho fatto a essere così veloce? Non ho più dolori, ci vedo bene e ho voglia di croissant. Cosa succede? Corro in bagno per osservarmi allo specchio e la mia sorpresa è mista a una sensazione di incredula felicità: sono ancora giovane.