"Rifiutare di stupirsi è... bestiale"
Scritto da Laura Scarpa, 3BL il 05 Ottobre 2010.
Quando nasciamo, siamo esseri perfetti. Adorabili nella nostra semplicità, piccoli e indifesi, ci stupiamo di ogni cosa. Anche del semplice respirare. Avanzando con l’età, lo stupore per ogni piccolo gesto diminuisce e in breve tempo ci ritroviamo davanti alla televisione, la nostra “cara maestra di vita”, che si propone come colei che ci prepara ad ogni cosa: morte, vita, sesso, amore e ancora morte. La guardiamo e ci pare di essere pronti ad affrontare la vita. Sì: con totale indifferenza. Riceviamo gli stessi messaggi ogni giorno e ci trasformiamo in un gregge: quasi tutti i ragazzi vestiti alla stessa maniera e gran parte delle ragazze convinte che più trucco si spalmano in faccia e più il loro cervello aumenta.
Come bestie cominciamo a vivere in modo passivo: nasciamo, ci sviluppiamo, ci riproduciamo e moriamo. Sempre più raramente ci chiediamo il perché delle cose. Un esempio banale è lo studente che va a scuola malvolentieri. Ci va non per sete di conoscenza, non per passione, ma per obbligo, perché se si vuole lavorare - in sostanza “prendere soldi” – ci hanno detto che bisogna studiare. Poi diventiamo adulti e ci ritroviamo a vivere per lavorare e non a lavorare per vivere.
Io penso che il vero segreto sia invece imparare a VIVERE: stupirsi, appassionarsi e non fare le cose perché si devono fare, ma perché ciascuno di noi, esseri umani dotati di ragione, desideriamo, nelle cose che facciamo, esprimere noi stessi; vivere pienamente.
Concludo con una frase di Pablo Neruda che mi affascina molto: “vivere richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice respirare”.