Quella mattina...
Scritto da Alberto Pisano, 1AS il 01 Novembre 2010.
Quella mattina mi ero svegliato presto. Avevo fatto colazione, mi ero vestito con l'aiuto di mia moglie ed ero uscito. Ero arrivato al parcheggio del supermercato.
Come sempre era strapieno di macchine, ma per me non era un problema; con una manovra infilai la mia auto dentro quel rettangolo con le righe gialle. Davanti c'èra il solito cartello con un omino in sedia a rotelle. Ogni volta che lo guardo penso a quel giorno che mi cambiò la vita.Era il 23 dicembre e avevo nove anni. Mio padre mi costringeva a frequentare un stupido corso di sci. Avevo provato a parlargliene, a dirgli che non mi interessava, ma senza ottenere risultati. Quel giorno stavo malissimo, ma mio padre diceva che un vero sciatore non salta neanche una lezione. Mi fece bere una tazza di latte che peggiorò solo le mie condizioni. Non ebbi tempo neanche di andar in bagno che mi caricò in auto e mi portò alle piste da sci. Mi sentivo malissimo, ma era inutile lamentarsi e così con l'istruttore e il resto del gruppo arrivammo fino in cima alla montagna da dove avremmo dovuto scendere tutti insieme. Non fu così. Dovevo vomitare e quindi mi allontanai dal gruppo. La neve era altissima e i miei sci sprofondarono, facendomi cadere in avanti. Scivolai giù per qualche metro fino alla prima curva.
Non ricordo esattamente cosa fosse successo. Ricordo solo freddo. E buio. Mi svegliai in ospedale e il mio primo pensiero fu: “Dove sono le mie gambe?”.