Incontri e riflessioni

"Padroni noi? Nemmeno di un solo battito del cuore"

Scritto da Marina Vello, 3BL il 11 Marzo 2011.

Oggi, in aula. Quinta ora quasi al termine. La prof. ha appena consegnato e corretto con noi le verifiche di italiano su Petrarca e il suo perenne dissidio interiore. “Lo spirito è pronto, ma la carne è stanca”, concludeva il sonetto che dovevamo analizzare. Ad un certo punto si alza, prende dei fogli e si dirige verso la prima fila di banchi. “Adesso vi regalo una ‘cosa’”, dice. Questa stravaganza ci incuriosisce.
Procedendo un po’ a zig zag, dà a ciascuno la fotocopia di un articolo di Marina Corradi e ci invita a leggerlo. Prendo il foglio, mi concentro e inizio la lettura. Leggo una seconda volta, per capire meglio. La giornalista parla di una notte passata insonne a causa - forse - di una colica renale. Le fitte che avverte nel basso ventre e che la “accompagneranno” per ore assomigliano alle doglie del parto. Non riesce a liberarsi di questo dolore intermittente nemmeno con i farmaci. Questa esperienza la fa riflettere. Paragona il corpo ad un hardware, una macchina su cui non abbiamo alcun controllo e che da un momento all’altro, improvvisamente, inaspettatamente, può tradire. L’anima è dentro questo corpo, che è materia.
Concordo, assolutamente. Noi non siamo padroni del nostro corpo e non possiamo controllarlo come vorremmo. “Abitiamo” temporaneamente in un ‘qualcosa’ che è materia, ma siamo, o almeno dovremmo essere consapevoli del fatto che da un momento all’altro qualche ‘ingranaggio’ potrebbe fare cilecca.
Ha ragione Marina Corradi. <<Padroni noi? Nemmeno di un solo battito del cuore>>.

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