Incontri e riflessioni

Lettera aperta ai genitori

Scritto da Linda Diamante – 2 BL il 13 Aprile 2010.

Liberi di far pratica per il futuro.


Mi accorgo che è un’amara sorpresa, per molti genitori, scoprire che i propri figli, giunti alla soglia dei tredici-quattordici anni, si trasformano rapidamente e assumono una personalità nuova e più complessa, che essi non sanno  penetrare. Abituati a confrontarsi con bambini di cui conoscevano alla perfezione esigenze e sentimenti, si accorgono quasi all’improvviso di essere esclusi dalla segreta confidenza di questi adolescenti.
Finiscono per ritrovarsi sconcertati davanti ad un figlio che a quattordici anni continua a percorrere la strada che ritiene istintivamente più opportuna, mentre loro vorrebbero che iniziasse ad ampliare da solo le proprie conoscenze, ad interessarsi alla quotidianità più concreta, alla storia, a tutto ciò che succede fuori.
“Superficiali”, ci definiscono. Ai loro occhi siamo ancora creature bisognose di guida. Forse hanno ragione,  ma in questo caso la responsabilità è da ricercare proprio nel loro insegnamento. Spesso sono genitori che non ci hanno insegnato a “ragionare”, a far sì che ci costruiamo un punto di vista personale, ma ci hanno imposto invece la loro autorità e il loro concetto di “giusto o sbagliato” senza tener conto minimamente dei nostri interessi.

Genitori che si sono uniformati, nell’allevarci, ai modelli proposti dalla pubblicità, al mondo fittizio della TV, cercando sempre di proteggerci da ogni situazione da cui saremmo usciti potenzialmente sconfitti ma, perché no, magari un po’ più maturi, un po’ più consapevoli di noi stessi e delle difficoltà del mondo di fuori.
Quando il loro figlio diventa adolescente,  si accorgono, contrariati, di quale è stato il risultato di tale tipo di educazione e si convincono dell’idea che ormai l’unico modo per correggere le sue idee poco coerenti e superficiali, se non addirittura ribelli, è tentare di tornare ad imporsi rigidamente come punto di riferimento . Che questa non sia la strada giusta dovrebbe essere ormai chiaro a tutti.
Esiste da sempre un distacco generazionale, ed è normale che ci sia un’interruzione della comunicazione tra adulti e giovani. Ci sono interessi divergenti, diversi modi di vivere. Ogni età ha i propri impegni, problemi e le proprie priorità  e oggi la società in cui viviamo, la sua organizzazione, la sua struttura ed il contesto sono diversi  da quelli che c’erano quando erano giovani gli adulti di oggi.
Oggi i genitori si lamentano perché non capiscono quando vedono i figli estraniarsi in “qualcosa” che a loro appare vuoto ed insignificante,  come quel mondo virtuale e quel loro nuovo linguaggio di abbreviazioni e inglesismi con il quale comunicano con i coetanei. Questa non è però una motivazione plausibile per ostacolarli ed indirizzarli verso la strada che si ritiene più conveniente.
Benjamin Franklin diceva “Che la prima lezione ai vostri figli sia l'obbedienza; la seconda, quella che volete”. È chiaro che uno dei doveri dei genitori è quello di educare i figli, anche attraverso l’obbedienza; io ritengo comunque che si debba gradualmente permettere loro di fare le proprie scelte per responsabilizzarli e renderli consapevoli dei problemi della vita.
Adesso più che mai è dunque tempo di mollare pian piano la corda, di lasciarci liberi di “far pratica per il futuro”.
Forse noi giovani non comprendiamo pienamente quanto sia difficile il ruolo di genitore in un mondo come quello dei giorni nostri, pieno di insidie ed illusioni. Probabilmente lo capiremo solo quando anche noi saremo genitori e condivideremo magari alcune proibizioni che ora contestiamo. Ma credo comunque che proprio lasciarci decidere, lasciarci fare le nostre scelte, anche se potranno rivelarsi sbagliate, ci permetterà di essere…genitori di domani.

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