Incontri e riflessioni

Cari compagni del Marco Belli, interessante!

Scritto da Cristiano Paluzzo Piccin, Classe 5AL il 18 Marzo 2020.

Cari compagni del Marco Belli, interessante!

Buongiorno cari compagni del Marco Belli.
Sono sicuro che molti di voi staranno rimpiangendo le noiose lezioni in classe, le infinite spiegazioni dei prof e le brevissime ricreazioni all’aperto con gli amici di sempre. Eh, già. Tutto questo, che per molti di noi giovani era un peso, si è rivelato essere (anche se lo è sempre stato) un diritto ed una libertà che colorava le nostre giornate di conoscenza, di sapere, ma soprattutto di risate. Ci accorgiamo oggi di quanto quel peso non sia altro che un punto fisso della nostra vita, che può sembrare noioso per la monotonia con cui si ripete, ma che, quando manca, si sente, eccome se si sente.

Concluse queste poche righe di introduzione, arrivo al sodo: questo non è che un breve messaggio che desidero indirizzare a tutti voi, per farvi sapere che, sotto sotto, un po’ mi mancate.
Ciò di cui voglio parlare oggi non ha nulla a che fare con la quarantena: sono stanco di leggere notizie facili che escono dalla bocca di tutti e sono altrettanto stanco di stare col naso incollato allo schermo di quello smartphone del malaugurio. Stacchiamo per un momento, parliamo di libri!
È risaputo che noi della generazione z siamo poco consoni a prendere in mano quelle cose in carta che puzzano di vecchio, quindi, quale miglior occasione della quarantena per prendere in mano un libro e darsi alla cara e vecchia lettura? (Anche perché, se non leggete adesso, siete proprio duri di testa; neanche una pandemia riesce a farvi leggere? CAPRE!).
Prendo quindi la palla al balzo per proporvi un libro. Non voglio recensirlo, non sono nessuno per permettermi di farlo; voglio solo consigliarvelo, che sia chiaro a tutti! Perché, nonostante sia sempre restio dal consigliare libri ad altri (preferisco leggerli, farli miei e buttarli in un angolino in camera) ritengo che il libro di cui a breve vi parlerò debba essere un must nel comodino di tutti noi.
Il libro di cui sto parlando si intitola “La scimmia egoista” del professor Nicholas P. Money, docente di biologia, nonché direttore del Western Program presso la Miami University in Ohio. Il professore, all’interno del suo libro, ripercorre un viaggio a ritroso di milioni di anni, a quando il genere umano dibatteva sul tema “meglio le pinne, le ali, o le braccia”? Torniamo infatti all’origine della vita sul nostro pianeta. Per farlo, il prof (mi permetto di chiamarlo così) si avvale di uno strumento a lui molto consono: la scienza. Si parte dalle origini, come già ho detto, per arrivare ai giorni d’oggi. Viaggio lungo, direte voi! Soprattutto se, a condire questo ritorno al futuro, ci sono termini spaventosi come “microbi coanoflagellati” o “homo floresiensis”. La realtà è che questi termini, seppur largamente utilizzati, non ci devono spaventare, perché allo stesso tempo il professore parla anche di filosofia, di letteratura, di pittura, di scultura, di poesia e di quell’armoniosa “magia” che è l’anatomia del corpo umano.
Vi starete chiedendo ora: “perché dovrei interessarmi a questo marasma di argomenti?”
La risposta sta nel fatto che, ripercorrendo la storia del nostro amato pianeta, l'autore riprende anche temi caldi come il razzismo, il veganesimo, l’aborto, la politica, la teoria della selezione naturale e, se non vi bastasse, parla anche della condizione del nostro pianeta, di come lo stiamo pian piano distruggendo e di come questa irresponsabilità non affliggerà la terra, che, con straordinaria resilienza, si riprenderà. Tutto ciò si abbatterà su di noi, giovani ignari del fatto che nulla ci è dovuto.
Vengono anche ipotizzate le soluzioni a breve termine che l’uomo adotterà per sopravvivere alla quasi imminente catastrofe ecologica. Il tutto viene snocciolato e messo a nudo con il rigore e il metodo che solo un uomo di scienza può avere. Inoltre, in questo libro veniamo accompagnati da personaggi illustri come Enrico Fermi, Aristotele, Galileo, Emily Dickinson, Francis Bacon, Samuel Beckett, John Lennon e Ovidio, solo per citarne alcuni. I restanti li lascio scoprire a voi.
Capiamo, grazie a questo testo, che noi uomini non siamo differenti (sul piano genetico) da molti altri animali su questo pianeta, nonostante trottoliamo in giro per la terra inquinandola come se fosse nostra, ma allo stesso tempo comprendiamo quanto ognuno di noi sia speciale ed unico in ogni sua inpercettibile cellula.
Insomma, consiglierei questo libro a tutti: ai razzisti e non, ai detrattori dell’aborto e ai sostenitori di questa pratica, a chi mangia pure le zanzare e a chi invece non ucciderebbe neanche un moscerino, a chi pensa che la politica sia un giochetto per cui basta leggere due sciocchezze per diventarne un esperto, e a chi invece la studia per rendere migliore il mondo.
Infine, per concludere, lo renderei OBBLIGATORIO per chi parla di tutte queste cose senza saperne nulla. Perché ho sempre più l’impressione che la mancanza della lettura, lasciata da parte per la più scoppiettante fast news, stia rendendo noi giovani dei saccentoni che credono di essere al centro dell’universo.
Spero di essere stato chiaro: la mia intenzione non era quella di recensire e tantomeno di fare una sinossi di questo grandissimo libro (cose che non ho fatto), ciò che volevo trasmettere era innanzitutto la voglia di leggere ed in secondo luogo volevo proporvi questa interessante lettura, con l’entusiasmo che ancora ho addosso e a parole mie (poche e terra-terra), ringrazio chi ha avuto la pazienza di arrivare così in fondo.
Spero che tu, studente “Bellino”, ti sia convinto a scaricarlo sul tuo e-reader (viste le condizioni in cui ci troviamo).
Grazie a tutti e BUON PROSEGUIMENTO DI QUARANTENA!
 

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