Legami
Scritto da Autori Vari il 11 Novembre 2019.

Cinque riflessioni scelte fra tante.
Mezz'ora dedicata, il 31 ottobre, a chi ci ha lasciati.
Per non trovarci distratti o impreparati al due novembre.
Perché la scuola non è tra parentesi, ma c'entra con tutto: con la vita e con la morte, con la gioia e con il dolore, con le grandi domande che non possiamo, non vogliamo sopprimere.
E perché scrivere è bello, se impariamo che può dare corpo alle parole che custodiamo nel cuore.
Prof.ssa Luisella Saro
Mezz'ora dedicata, il 31 ottobre, a chi ci ha lasciati.
Per non trovarci distratti o impreparati al due novembre.
Perché la scuola non è tra parentesi, ma c'entra con tutto: con la vita e con la morte, con la gioia e con il dolore, con le grandi domande che non possiamo, non vogliamo sopprimere.
E perché scrivere è bello, se impariamo che può dare corpo alle parole che custodiamo nel cuore.
Prof.ssa Luisella Saro
Chissà se c'è qualcosa lassù...
Ciao Lorena, sfortunatamente non abbiamo mai avuto la possibilità di salutarci di persona. La mia mamma ti
Ciao Lorena, sfortunatamente non abbiamo mai avuto la possibilità di salutarci di persona. La mia mamma ti
descrive come una persona speciale, unica, diversa dalle altre e soprattutto mai banale. Lei parla sempre della tua infinita bontà e generosità; sentiti molto speciale, perché sei un esempio, per lei; ogni giorno si sveglia e pensa a te. Per me è un grande dispiacere non aver mai avuto la possibilità di conoscerti, mi fido, però, dei racconti della tua mamma e della tua sorellina, e ti assicuro che svolge il ruolo di mamma ispirandosi a te. Anche il nonno spende bellissime parole. La cosa che mi colpisce è che non sono mai parole “buttate lì”, non sono le frasi di un padre che per forza deve esprimersi come si dovrebbe, quando ti muore un figlio: quando parla vedo il suo cuore aprirsi, il suo come quello di tutti gli altri quando fanno riferimento a te. Io mi fido di loro…
Ti auguro la pace e un buon riposo; chissà se c’è qualcosa lassù…
Manchi a tutti, e non è così scontato. Sii fiera di ciò che hai dato ad ogni persona che ti ha incontrato, perché in quel poco tempo che la vita ti ha donato, ti sei distinta. I pensieri di chi ti vuole bene sono sempre per te.
Anonimo
Manchi a tutti, e non è così scontato. Sii fiera di ciò che hai dato ad ogni persona che ti ha incontrato, perché in quel poco tempo che la vita ti ha donato, ti sei distinta. I pensieri di chi ti vuole bene sono sempre per te.
Anonimo
Cari nonni,
come state? È da tanti anni che non ci vediamo. Vorrei tanto avervi vicino a me, ma purtroppo il tempo e la malattia ci hanno separarti troppo presto.
Ormai le lacrime sono finite ma quella immensa cicatrice indelebile che mi è rimasta dopo la vostra perdita, mi rimarrà per sempre. Siete state le persone più importanti per me; mi avete insegnato tante cose: la pazienza, la tolleranza, il divertimento, il dolore e ciò che la malattia ci toglie.
Mi ricordo ancora tutte le canzoncine che ho imparato da voi e tutti i momenti preziosi che abbiamo trascorso insieme e posso dire che tutto ciò che mi avete dato e lasciato, per me è come un grande insegnamento di vita.
Alle volte mi capita di sentirvi vicini e ogni volta mi illudo che ci siate, nonostante io sappia che non è così.
Mi mancate moltissimo, ma so che in fondo voi siete presenti nella mia vita e che non mi abbandonerete mai.
Vi voglio un mondo di bene
La vostra nipotina
R. M.
come state? È da tanti anni che non ci vediamo. Vorrei tanto avervi vicino a me, ma purtroppo il tempo e la malattia ci hanno separarti troppo presto.
Ormai le lacrime sono finite ma quella immensa cicatrice indelebile che mi è rimasta dopo la vostra perdita, mi rimarrà per sempre. Siete state le persone più importanti per me; mi avete insegnato tante cose: la pazienza, la tolleranza, il divertimento, il dolore e ciò che la malattia ci toglie.
Mi ricordo ancora tutte le canzoncine che ho imparato da voi e tutti i momenti preziosi che abbiamo trascorso insieme e posso dire che tutto ciò che mi avete dato e lasciato, per me è come un grande insegnamento di vita.
Alle volte mi capita di sentirvi vicini e ogni volta mi illudo che ci siate, nonostante io sappia che non è così.
Mi mancate moltissimo, ma so che in fondo voi siete presenti nella mia vita e che non mi abbandonerete mai.
Vi voglio un mondo di bene
La vostra nipotina
R. M.
Insegnami ancora
Caro nonno,
come stai?
Potrà sembrarti banale come domanda, ma forse quando eri qui con me non te l’ho fatta molto spesso.
Sai, da quando non ci sei più le cose sono molto cambiate: la nonna è triste e gli zii le urlano spesso contro; a lei manchi moltissimo, come manchi tanto anche a me.
Ci hai lasciato ed io non ti ho potuto neanche salutare: stavi talmente tanto male ed io ero talmente piccola che non volevano che ti vedessi.
Mi manca venire a casa della nonna e pranzare tutti assieme, mi mancano il tuo sorriso e la tua bontà, mi manca il tuo saper sdrammatizzare sempre le cose, nonostante la tua malattia.
Ti ho visto durante il tuo ultimo compleanno insieme a noi mentre provavi a farci ridere; secondo me sapevi che non avresti avuto più molto tempo a disposizione, ma hai voluto sfruttarlo al meglio.
Mentre ti scrivo tutto ciò piango, piango perché queste cose avrei dovuto dirtele prima, piango perché il giorno del mio compleanno, al tuo “cosa vorresti come regalo?” avrei dovuto risponderti “un sorriso, nonno, solo questo”, invece sono stata zitta.
Mi manchi, anzi ci manchi, manchi a tutti, e tu non hai idea di quanto bello sarebbe riaverti qui insieme a noi a ridere durante i pranzi di Natale o assieme a me, mentre provavi ad aiutarmi a fare i compiti.
So che ora stai meglio, e so anche che sei qui vicino a me mentre ti scrivo queste parole, ma fa comunque male sapere che non potrò più rivederti.
Ti prego, proteggici tutti da lassù, e ti prego, stai vicino alla nonna perché ne ha bisogno ed io più di tanto non riesco a fare per darle un po’ di sollievo.
Insegnami ad essere buona, ad avere pazienza, a stare vicino alle persone che ne hanno bisogno, nonostante le difficoltà, come facevi tu nonostante la malattia.
Io ti prometto che ci proverò, ti prometto che ciò che hai fatto qui rimarrà sempre con me e mi accompagnerà per tutta la vita.
Scusa se queste cose riesco a dirtele solo ora, ma fa male pensarci.
Ti voglio bene, nonno, e sappi che quando alzerò lo sguardo al cielo sarà per cercare te, la mia stella più luminosa.
Tua
G. T.
Caro nonno,
come stai?
Potrà sembrarti banale come domanda, ma forse quando eri qui con me non te l’ho fatta molto spesso.
Sai, da quando non ci sei più le cose sono molto cambiate: la nonna è triste e gli zii le urlano spesso contro; a lei manchi moltissimo, come manchi tanto anche a me.
Ci hai lasciato ed io non ti ho potuto neanche salutare: stavi talmente tanto male ed io ero talmente piccola che non volevano che ti vedessi.
Mi manca venire a casa della nonna e pranzare tutti assieme, mi mancano il tuo sorriso e la tua bontà, mi manca il tuo saper sdrammatizzare sempre le cose, nonostante la tua malattia.
Ti ho visto durante il tuo ultimo compleanno insieme a noi mentre provavi a farci ridere; secondo me sapevi che non avresti avuto più molto tempo a disposizione, ma hai voluto sfruttarlo al meglio.
Mentre ti scrivo tutto ciò piango, piango perché queste cose avrei dovuto dirtele prima, piango perché il giorno del mio compleanno, al tuo “cosa vorresti come regalo?” avrei dovuto risponderti “un sorriso, nonno, solo questo”, invece sono stata zitta.
Mi manchi, anzi ci manchi, manchi a tutti, e tu non hai idea di quanto bello sarebbe riaverti qui insieme a noi a ridere durante i pranzi di Natale o assieme a me, mentre provavi ad aiutarmi a fare i compiti.
So che ora stai meglio, e so anche che sei qui vicino a me mentre ti scrivo queste parole, ma fa comunque male sapere che non potrò più rivederti.
Ti prego, proteggici tutti da lassù, e ti prego, stai vicino alla nonna perché ne ha bisogno ed io più di tanto non riesco a fare per darle un po’ di sollievo.
Insegnami ad essere buona, ad avere pazienza, a stare vicino alle persone che ne hanno bisogno, nonostante le difficoltà, come facevi tu nonostante la malattia.
Io ti prometto che ci proverò, ti prometto che ciò che hai fatto qui rimarrà sempre con me e mi accompagnerà per tutta la vita.
Scusa se queste cose riesco a dirtele solo ora, ma fa male pensarci.
Ti voglio bene, nonno, e sappi che quando alzerò lo sguardo al cielo sarà per cercare te, la mia stella più luminosa.
Tua
G. T.
Se solo lo avessi ascoltato...
Cari nonni,
come va lassù? Qui è un po’ così… Io sono un po’ stanca, perché la terza è molto impegnativa.
Domani vi verrò a trovare e come ogni anno verrò assalita da un senso di vuoto e da una malinconia quasi implacabile.
Cara nonna Luisa, perdonami se, ormai da anni, ho pochi ricordi di te; ero molto piccola quando te ne sei andata, ma abbastanza grande per rendermi conto di cosa stesse succedendo. Mi manca il tuo sorriso, mi manca il tuo modo scherzoso di fare. Mi manchi tu!
Cara nonna Angelina, tu eri diversa dall’altra nonna: non ti piacevano molto i cambiamenti. Da piccola non lo notavo, ora, crescendo, me ne sono accorta.
Ti ho vista soffrire: ancora me la ricordo la frase del nonno: “Abbracciala forte, tesoro, non so se ritornerà mai a casa”. Se solo lo avessi ascoltato, ti giuro che da quell’abbraccio non mi sarei più staccata.
Manchi, nonna.
Nonno Franco, ora sto pensando a te.
Sei stato l’ultimo a lasciarmi, l’ultimo a lasciarmi un vuoto dentro.
Sai, spesso indosso il tuo maglione; mi va largo, ma mi piace pensare che sia il mantello di un supereroe.
Non sai quanto mi pento di non esserti venuta a salutare quel giorno in casa di riposo, prima che fossi trasportato d’urgenza in ospedale.
Spesso apro l’armadio e trovo il tuo cappello da artigliere. Quanto eri bello quando lo indossavi!
Mi manca tutto di te e vorrei che tu fossi qui per presentarti alcune persone che avresti sicuramente adorato. Sei e rimarrai sempre il mio uomo preferito
Mi mancano i pranzi e le cene in famiglia, mi manca tutto.
Vi amo.
S. B.
Cari nonni,
come va lassù? Qui è un po’ così… Io sono un po’ stanca, perché la terza è molto impegnativa.
Domani vi verrò a trovare e come ogni anno verrò assalita da un senso di vuoto e da una malinconia quasi implacabile.
Cara nonna Luisa, perdonami se, ormai da anni, ho pochi ricordi di te; ero molto piccola quando te ne sei andata, ma abbastanza grande per rendermi conto di cosa stesse succedendo. Mi manca il tuo sorriso, mi manca il tuo modo scherzoso di fare. Mi manchi tu!
Cara nonna Angelina, tu eri diversa dall’altra nonna: non ti piacevano molto i cambiamenti. Da piccola non lo notavo, ora, crescendo, me ne sono accorta.
Ti ho vista soffrire: ancora me la ricordo la frase del nonno: “Abbracciala forte, tesoro, non so se ritornerà mai a casa”. Se solo lo avessi ascoltato, ti giuro che da quell’abbraccio non mi sarei più staccata.
Manchi, nonna.
Nonno Franco, ora sto pensando a te.
Sei stato l’ultimo a lasciarmi, l’ultimo a lasciarmi un vuoto dentro.
Sai, spesso indosso il tuo maglione; mi va largo, ma mi piace pensare che sia il mantello di un supereroe.
Non sai quanto mi pento di non esserti venuta a salutare quel giorno in casa di riposo, prima che fossi trasportato d’urgenza in ospedale.
Spesso apro l’armadio e trovo il tuo cappello da artigliere. Quanto eri bello quando lo indossavi!
Mi manca tutto di te e vorrei che tu fossi qui per presentarti alcune persone che avresti sicuramente adorato. Sei e rimarrai sempre il mio uomo preferito
Mi mancano i pranzi e le cene in famiglia, mi manca tutto.
Vi amo.
S. B.
Anche se non ti ho mai conosciuto...
Non ho mai conosciuto il mio nonno paterno. Di lui so solo l'aspetto fisico, che si chiamava Giuseppe, che aveva 64 anni quando è morto e che aveva il mio stesso carattere: era fragile, ma allo stesso tempo cercava di lottare con tutte le sue forze per ottenere ciò che voleva e amava.
Mi dicono spesso che amava il divertimento, tanto che ogni anno risparmiava dei soldi per poter portare tutti i suoi figli a Gardaland e sono sicura che se ne avesse avuto la possibilità e il tempo avrebbe portato anche i suoi cinque nipoti. Amava passare molto tempo con la sua famiglia e io vorrei tanto tornare indietro nel tempo e poterlo conoscere, sentire la sua voce e le sue mani che mi accarezzano il viso e mi asciugano le lacrime.
Se quella malattia degenerativa non lo avesse portato via, penso che la nostra famiglia sarebbe più unita e penso che vedrei mio padre più felice, perché da quando mio nonno se ne è andato via, vent'anni, mio papà ogni giorno rimpiange di non averlo abbracciato abbastanza.
Come dicevo, io non l'ho mai conosciuto e così molte persone non ci credono che io stia male, ma proprio il fatto di non averlo mai potuto salutare di persona mi spezza il cuore. Con lui sento un legame profondo, tanto quando si parla di lui mi scendono delle lacrime; questo mi fa pensare quanto il mio amore per lui vada oltre la morte.
Lunedì era il suo compleanno e la mia famiglia ed io siamo andati a trovarlo e a portargli il suo fiore preferito, l'orchidea. Sono felice di aver compiuto questo gesto, anche se avrei preferito trascorrere il giorno del suo compleanno fra le sue braccia.
Auguri nonno, ancora una volta auguri per il tuo 84° compleanno. Manchi molto alla nonna e a tutti noi, anche a chi non ti ha conosciuto. Ti vogliamo bene.
B. K.
Non ho mai conosciuto il mio nonno paterno. Di lui so solo l'aspetto fisico, che si chiamava Giuseppe, che aveva 64 anni quando è morto e che aveva il mio stesso carattere: era fragile, ma allo stesso tempo cercava di lottare con tutte le sue forze per ottenere ciò che voleva e amava.
Mi dicono spesso che amava il divertimento, tanto che ogni anno risparmiava dei soldi per poter portare tutti i suoi figli a Gardaland e sono sicura che se ne avesse avuto la possibilità e il tempo avrebbe portato anche i suoi cinque nipoti. Amava passare molto tempo con la sua famiglia e io vorrei tanto tornare indietro nel tempo e poterlo conoscere, sentire la sua voce e le sue mani che mi accarezzano il viso e mi asciugano le lacrime.
Se quella malattia degenerativa non lo avesse portato via, penso che la nostra famiglia sarebbe più unita e penso che vedrei mio padre più felice, perché da quando mio nonno se ne è andato via, vent'anni, mio papà ogni giorno rimpiange di non averlo abbracciato abbastanza.
Come dicevo, io non l'ho mai conosciuto e così molte persone non ci credono che io stia male, ma proprio il fatto di non averlo mai potuto salutare di persona mi spezza il cuore. Con lui sento un legame profondo, tanto quando si parla di lui mi scendono delle lacrime; questo mi fa pensare quanto il mio amore per lui vada oltre la morte.
Lunedì era il suo compleanno e la mia famiglia ed io siamo andati a trovarlo e a portargli il suo fiore preferito, l'orchidea. Sono felice di aver compiuto questo gesto, anche se avrei preferito trascorrere il giorno del suo compleanno fra le sue braccia.
Auguri nonno, ancora una volta auguri per il tuo 84° compleanno. Manchi molto alla nonna e a tutti noi, anche a chi non ti ha conosciuto. Ti vogliamo bene.
B. K.