Le sue mani
Scritto da Gioia Pettenuzzo, classe 4CU il 06 Dicembre 2019.
Le sue mani avevano la stessa velocità delle formiche all'interno di un formicaio che si prepara per la stagione fredda: maneggiava la stoffa come fosse acqua e i suoi movimenti erano così veloci e precisi da far invidia ad un chirurgo. Lo sguardo attento e fugace.
Adoravo vedere la parte bassa del suo viso attraverso la fessura della macchina da cucire, per immaginarne la parte superiore. Ogni tanto le sue carnose labbra sghignavano perché il lavoro non era preciso come voleva. Non era come, diceva lei, "rifinito bene" o "fatto bene".
Adoro vederla mentre crea, mentre calcola, mentre misura. Adoro osservare i suoi dolci lineamenti quando è concentrata e quando richiede silenzio per concentrarsi.
Il suo lavoro è un perfetto incrocio tra le materie scientifiche e artistiche.
La persona di cui vi sto parlando è l'unica donna della mia vita che amo e che amerò per sempre, anche più degli uomini: mia mamma. Non riesco a descrivere l'amore che provo per lei. Lei è la mia ancora, siamo legate ancora da un immaginario cordone ombelicale. Lei per me è tutto e viene prima di tutti.