Il “Marco Belli” contro la mafia.
Scritto da Alexa Anzolin il 23 Aprile 2010.

È stata organizzata a Milano, il 20 marzo 2010, una manifestazione contro la mafia ed, in particolare, in ricordo delle vittime dei reati compiuti da questa organizzazione . La nostra scuola, assieme ad altri Istituti portogruaresi e con la collaborazione di Libera (sezione di Portogruaro), ha offerto agli studenti l’opportunità di parteciparvi, organizzando un pullman per l’occasione.
La sveglia è stata probabilmente il momento più critico, per molti di noi, a tal punto che per qualcuno la “levataccia” si è rivelata fatidica, tanto da non essere riuscito a partire assieme ai compagni. L’intensa giornata vissuta da chi ha deciso di aderire all’iniziativa è infatti iniziata molto presto, quando, alle 5.30, siamo partiti da Portogruaro.
La sveglia è stata probabilmente il momento più critico, per molti di noi, a tal punto che per qualcuno la “levataccia” si è rivelata fatidica, tanto da non essere riuscito a partire assieme ai compagni. L’intensa giornata vissuta da chi ha deciso di aderire all’iniziativa è infatti iniziata molto presto, quando, alle 5.30, siamo partiti da Portogruaro.
L’arrivo a Milano è avvenuto alle ore 9.30 circa. Dopo ad aver raggiunto il centro con la metropolitana, il gruppo si è diviso, per ritrovarsi poi nel tardo pomeriggio.
Il programma della giornata iniziava con il corteo, previsto per la mattina, che avrebbe raggiunto Piazza Duomo. Le persone che vi hanno aderito sono state davvero molte e provenienti da ogni parte d’Italia.
In seguito, proprio in piazza, si è tenuto uno spettacolo a cui hanno preso parte personaggi politici ed artisti, che si sono esibiti pronunciandosi contro le organizzazioni criminali. I veri protagonisti della mattinata sono stati però i familiari delle vittime della mafia, che, dinanzi ad una piazza gremita di manifestanti, hanno pronunciato, uno ad uno, i nomi dei loro cari deceduti.
Nel pomeriggio sono stati organizzati dei seminari su argomenti disparati, tutti riguardanti, direttamente o indirettamente, la criminalità organizzata. I temi, infatti, andavano dalla “mafia” presente in Italia settentrionale, ai concetti di giustizia e di libertà.
Essendo, tuttavia, queste “lezioni”, facoltative, la maggior parte di noi in realtà ha preferito dilettarsi in una passeggiata per le vie centrali della città (e per i vari negozi, approfittando dell’occasione per fare anche un po’ di shopping), oppure ha optato per una visita al maestoso Duomo milanese.
Il ritrovo del nostro gruppo portogruarese è stato alle ore 17,30.
Dopo aver nuovamente attraversato la città in metropolitana, abbiamo raggiunto l’autobus alla sua postazione. Accertata la presenza di tutti, siamo partiti per il lungo tragitto che, includendo qualche sosta, è durato più di tre ore.
Le mie impressioni sull’iniziativa sono positive: essa ha consentito una maggiore vicinanza degli studenti al fenomeno delle mafie ed alle sue conseguenze. Spero che questa attività sia servita a chi vi ha partecipato non solo per acquisire una maggiore sensibilità sull’argomento, ma anche per soffermarsi a riflettere su uno dei temi più importanti e discussi della nostra società. Personalmente, credo che le organizzazioni criminali vadano contrastate non dal singolo individuo, ma dall’intera collettività e che, quindi, le manifestazioni di massa, proprio come quella che si è tenuta il 20 marzo, abbiano un’importanza rilevante. Il numeroso corteo ha infatti suscitato, perlomeno in me, la consapevolezza di un senso di appartenenza ad una società molto più umana e civile di quella che purtroppo vuole proporre la criminalità organizzata.
Il mio desiderio sarebbe che docenti e dirigenti si facessero più frequentemente sensibilizzatori di attività di questo genere e che in classe venisse data maggiore importanza alla conoscenza e alla discussione sulle “mafie” oggi, per indurre i ragazzi a prestare attenzione verso queste problematiche che, anche se non sembra, sono a noi molto vicine e dovrebbero interessarci di più.
Il programma della giornata iniziava con il corteo, previsto per la mattina, che avrebbe raggiunto Piazza Duomo. Le persone che vi hanno aderito sono state davvero molte e provenienti da ogni parte d’Italia.
In seguito, proprio in piazza, si è tenuto uno spettacolo a cui hanno preso parte personaggi politici ed artisti, che si sono esibiti pronunciandosi contro le organizzazioni criminali. I veri protagonisti della mattinata sono stati però i familiari delle vittime della mafia, che, dinanzi ad una piazza gremita di manifestanti, hanno pronunciato, uno ad uno, i nomi dei loro cari deceduti.
Nel pomeriggio sono stati organizzati dei seminari su argomenti disparati, tutti riguardanti, direttamente o indirettamente, la criminalità organizzata. I temi, infatti, andavano dalla “mafia” presente in Italia settentrionale, ai concetti di giustizia e di libertà.
Essendo, tuttavia, queste “lezioni”, facoltative, la maggior parte di noi in realtà ha preferito dilettarsi in una passeggiata per le vie centrali della città (e per i vari negozi, approfittando dell’occasione per fare anche un po’ di shopping), oppure ha optato per una visita al maestoso Duomo milanese.
Il ritrovo del nostro gruppo portogruarese è stato alle ore 17,30.
Dopo aver nuovamente attraversato la città in metropolitana, abbiamo raggiunto l’autobus alla sua postazione. Accertata la presenza di tutti, siamo partiti per il lungo tragitto che, includendo qualche sosta, è durato più di tre ore.
Le mie impressioni sull’iniziativa sono positive: essa ha consentito una maggiore vicinanza degli studenti al fenomeno delle mafie ed alle sue conseguenze. Spero che questa attività sia servita a chi vi ha partecipato non solo per acquisire una maggiore sensibilità sull’argomento, ma anche per soffermarsi a riflettere su uno dei temi più importanti e discussi della nostra società. Personalmente, credo che le organizzazioni criminali vadano contrastate non dal singolo individuo, ma dall’intera collettività e che, quindi, le manifestazioni di massa, proprio come quella che si è tenuta il 20 marzo, abbiano un’importanza rilevante. Il numeroso corteo ha infatti suscitato, perlomeno in me, la consapevolezza di un senso di appartenenza ad una società molto più umana e civile di quella che purtroppo vuole proporre la criminalità organizzata.
Il mio desiderio sarebbe che docenti e dirigenti si facessero più frequentemente sensibilizzatori di attività di questo genere e che in classe venisse data maggiore importanza alla conoscenza e alla discussione sulle “mafie” oggi, per indurre i ragazzi a prestare attenzione verso queste problematiche che, anche se non sembra, sono a noi molto vicine e dovrebbero interessarci di più.