Il Liceo come... "Il paese delle meraviglie"
Scritto da Luce il 01 Ottobre 2010.
Eccomi qua, seduta in treno sulla strada del ritorno. Anche questa giornata universitaria è finita. Per fortuna la lezione di oggi non è stata molto impegnativa, ma chissà cosa mi aspetterà il secondo semestre: lezioni tutti i giorni, orari improponibili, sali e scendi, corri e vai. Leggi questo, studia l’altro, prepara portfolio e CV, scarica dispensa, vola in libreria, passa per la biblioteca; a tutto questo aggiungici 13 ponti, 647 scalini, 73 calli, acqua alta, freddo o caldo a seconda delle stagioni. Venezia è la città che ho scelto per continuare i miei studi e “Lingue e Civiltà Moderne e Contemporanee” è l’indirizzo al quale mi sono iscritta, scegliendo il curriculum di “Arti e Spettacolo”. Ci sono vari percorsi, ma la mia indole mi ha portato a scegliere il percorso che sento che mi “corrisponde” maggiormente.
La scelta universitaria non è stata “una passeggiata”, soprattutto dopo aver finito la scuola con un esame di maturità sfibrante ma che alla fine, tutto sommato, è andato molto bene. Sono arrivata agli scritti stanca. Agli orali stanchissima. Ma gli occhi non smettevano di scorrere sugli schemi e sugli appunti che mi hanno accompagnato durante l’ultimo anno di Liceo. Cose ripetute allo sfinimento, che risuonavano nella testa quasi come una cantilena: “la Commissione Europea è un organo che bla bla bla”; “la poetica di Ungaretti è denominata x”; “les poétes maudits sont…” e chi più né ha più né metta. Dicevo che non è stata una passeggiata, ma la mia e la nostra preparazione obiettivamente, alla fine dell’anno, erano buone: abbiamo fatto un lavoro serio e di conseguenza ci siamo preparati all’Esame di Stato in un modo direttamente proporzionale al percorso di studi fatto durante il TRIENNIO. Già: il Triennio.
Perché è stato essenziale alla buona “riuscita” di molti di noi inserire negli approfondimenti, o anche nelle prove scritte, dei riferimenti agli argomenti affrontati anche gli anni precedenti. I riconoscimenti non sono mancati al colloquio orale, con complimenti da parte dei commissari “esterni”. E cosa c’è di più gratificante di un sorriso che rende omaggio al tuo lavoro ben fatto? Il tuo sorriso di risposta, che nasce timido, dopo le belle parole spese nei tuoi confronti.
Ma torniamo indietro di un passo, allo studio “pre” e “pro” maturità. Pomeriggi trascorsi a scuola per gli ultimi ripassi; serate tra amici a ripetere; giornate soleggiate nelle quali tutto ti invita ad andare fuori, all’aperto, mentre tu sei sul divano o a letto con la camera sparsa di fogli e appunti e ti chiedi quando tutto questo avrà fine.
“Tutto questo” per me ha avuto fine il 9 luglio, un mese esatto dopo il termine delle lezioni. La mattina, agitatissima, passo a prendere in macchina le mie due fedeli compagne di banco e di vita e mi dirigo verso il Liceo per l’ultima e fatidica verifica. Arrivo con largo anticipo. Sono la quarta dell’elenco. L’attesa è sfiancante. Continuo a sudare. Mi son portata l’mp3 per ascoltare le canzoni che mi trasmettono energia. Tocca a me. Entro, inserisco chiavetta nel computer e parto. Bene il colloquio, che si conclude con l’intera commissione che mi sorride e mi chiede cosa avevo deciso per l’università. Cosa avevo deciso per l’università? Proprio un bel niente. Ho risposto che il giorno dopo avrei iniziato a lavorare per la stagione estiva e che, per l’Università…ci avrei pensato. Così ho salutato e sono uscita definitivamente dalla splendida vita del Liceo.
Sì, bella la vita, al Liceo! Ognuno con i propri lavori da fare, con i libri da studiare, gli appunti da prendere, ricerche da consegnare, proiezioni da mostrare, i professori da sopportare. Che palle direte. Ma vi siete mai chiesti quant’è bello tutto ciò che fate? Gli insegnanti ormai vi conoscono per nome; ogni tanto sollevano lo sguardo dal libro per un sorriso o una battuta; ridono insieme a voi o riflettono con voi su “qualcosa” che nasce, magari inaspettatamente, dalla lezione. Docenti pronti a prendervi per mano, metaforicamente parlando, e a guidarvi tra le “insidie” degli argomenti scolastici.
Non è come un “Paese delle Meraviglie”, la scuola? Tutti quegli esserini che lo/la animano sono gli scarabocchi sui libri, i messaggini che scivolano da un banco all’altro, i disegni che prendono in giro il prof., gli occhi furbi e veloci degli studenti, le risate sotto i baffi per non farsi riprendere, tutti i colori che escono indistintamente da ogni classe. Non vi sentite come Alice, la protagonista del romanzo di Lewis Carroll? Non riconoscete in quegli scarabocchi Pinco Panco e Panco Pinco? Non sentite, con l’immaginazione, bussare alla porta il Bianconiglio? Oppure, non trovate “alle macchinette” il Cappellaio Matto e la Lepre Marzolina a sorseggiare un gustoso tè?
E’ lo spazio fisico del Liceo che ogni giorno vi ospita e vi fa vivere una vita: la vostra vita. Io in quelle mura ho imparato ad essere “eine Suchende”: “colui che cerca” e ho scoperto che tutto quello che cercavo era proprio lì, vicino e attorno a me. Pronto a darmi tutto ciò che io ero pronta a ricevere: tutte le Meraviglie.Ora però le superiori son finite e mi accingo a scoprire cosa c’è “Al di là dello Specchio”.
Lewis Carroll continua la storia di Alice facendole vivere una nuova avventura oltre lo specchio che si trova nel salotto di casa sua. Lei, curiosa come sempre, si chiede cosa c’è dall’altra parte e con grande sorpresa riesce a “passare” e dunque a trovare una risposta alle sue curiosità. Vede uno strano diario, possibile da leggere solo utilizzando, appunto, lo specchio. Poi incontrerà fiori e scacchi parlanti e tanti altri personaggi che entreranno a far parte della sua storia.
Anch’io mi trasformo in quella “nuova Alice”, anzi: non mi trasformo proprio, perché sono già “quell’Alice”. Pronta a vivere quest’avventura e a imparare a “leggere lo studio” anche grazie allo “Specchio”, al Liceo che ho frequentato. Potrò avvalermi di tutte le conoscenze apprese durante gli ultimi anni per affrontare i fiori e gli scacchi parlanti che mi si presenteranno ogni giorno: nuove facce, nuovi amici, nuovi professori, tutte creature che andranno ad animare il mio mondo “al di là dello Specchio”. E - chi lo sa - magari scoprirò di trovarmi in un nuovo “Paese delle Meraviglie”. Per ora faccio di ogni giorno un tesoro, mi aiuto con ciò che ho imparato al Liceo e mi dico che è l’inizio di un’altra storia, perché, “chiusa una porta, si apre un portone”. Sono un’esploratrice, pronta a nuove avventure…