Eccoli. Li vedo arrivare. Ho paura.
Scritto da Maria Giorgia Bianco, 2AE il 07 Ottobre 2011.
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Eccoli. Li vedo arrivare. Solita ora. Solito sguardo. Si avvicinano. Il mio cuore batte all'impazzata. Ho paura, ma ci sono abituato. Marco, il capo, si avvicina. Con un movimento veloce mi ruba la merenda. Non fiato, ho paura. I due suoi amici ridono. Provo a ridere anch’ io, ma Alberto mi tira un calcio e mi dice: “Che cavolo ridi, bambinetto? Non ridere! Tu non puoi ridere!”. Marco mi fa segno di seguirlo. Lo seguo. Mi sento male, nessuno mi può difendere. Nessuno si mette contro di loro, tutti hanno paura. Andiamo dietro la scuola. Mi dice di stare fermo lì. Io sono immobile. Sento il cuore in gola. Mi viene da piangere, ma non posso perché mi minacciano di picchiarmi ed insultarmi, se piango. Vedo Marco raccogliere qualcosa da terra. “Cosa sarà?”, penso. Ad un certo punto mi lancia un sasso che mi becca una gamba. Urlo. Mi pento di averlo fatto. Vedo anche gli altri due raccogliere qualcosa da terra e lanciarmela contro. Per fortuna solo una mi becca. Continuano, provano gioia nel farlo. Sono contenti.
Basta! Non ne posso più. Cerco di correre via. Ho paura. Da chi vado? Corro nei bagni. Non riesco a respirare. Dopo poco li sento arrivare. Panico. “E' la fine!”, mi dico. Urlano, mi insultano, mi minacciano. Piango. Decido di uscire. Uno mi afferra per le braccia e mi picchiano. Calci, pugni. Per fortuna suona la campanella. E' la mia salvezza. I tre scappano in classe. Io sono a terra senza forze. Arriva Gianluca, un mio compagno di classe. Mi aiuta e poi mi dice: “E' ora di finirla. Oggi andiamo a denunciare quei tre maledetti! Non possono passarla liscia!”. Io non voglio, so che potrebbero farmi ancora più male se scoprissero che ho parlato con qualcuno. Gianluca insiste. Io penso a tutto quel che mi fanno, a tutte le volte che piango per non andare a scuola. Mi stanno rovinando la vita.
Ho deciso, vado a denunciarli!
Per fortuna ora quei tre sono stati allontanati dalla scuola. Adesso la mattina non ho più timore di varcare quel cancello. Sono contento. Tutti mi vogliono bene. E per questo devo ringraziare il mio più caro amico, Gianluca, perché mi ha aiutato a mettere la parola fine a questa bruttissima esperienza!
Ho voluto impersonarmi in un ragazzo vittima di bullismo per capire meglio come ci si possa sentire ad essere una vittima.
Penso che sia una cosa orribile, impensabile, eppure esiste, c'è. I dati parlano addirittura di una vittima ogni quattro giovani. E’ un dato che spaventa. As essere presi di mira sono soprattutto immigrati o persone con problemi, ma anche semplicemente timide e deboli.
Fortunatamente non ho mai assistito ad un atto di bullismo, ma penso che se in futuro dovessi assistere ad una scena così orribile, farei come Gianluca: convincerei la vittima a parlare con qualcuno che possa mettere la parola fine a questi soprusi.