Dialogo tra una maturanda ed il caffè
Scritto da G.B. il 11 Maggio 2013.

Non appena ho finito il mio piatto di pasta in bianco mangio uno yogurt al volo e metto su la moka con il caffè. Non posso perdere il mio appuntamento quotidiano con l’espresso. Dopo qualche minuto sento gorgogliare la moka e l’odore del caffè si spande per tutta la cucina. Me ne verso una tazza, aggiungo latte e zucchero e mescolo con il cucchiaino. Ma mentre mi accingo ad avvicinare la tazzina alle labbra, sento qualcosa di strano.
CAFFE’: Ehi, mi fai male! Un po’ di delicatezza... insomma! E poi questo è un cucchiaino troppo grande per me, ci dovrebbero essere quelli adatti, in lavastoviglie. Ah, già, ma sono sporchi e tu non hai voglia di lavarli, giusto?
IO: Ma… tu sei un caffè, non dovresti parlare.
CAFFE’: Ah, sì? E chi me lo dice? Tu!?
IO: Mi sembri un po’ nervosetto, tu.
CAFFE’: E ho i miei buoni motivi. Mi sono davvero stufato di te!
IO: Che ti ho fatto, scusa?
CAFFE’: Mi cerchi solo quando ne hai bisogno. Una volta mi prendevi in compagnia, al bar durante una chiacchierata oppure quando i tuoi parenti venivano a trovarti la domenica pomeriggio. Stavamo poco insieme, ma mi piaceva il nostro rapporto spontaneo. Ora invece mi bevi ogni giorno dopo pranzo, ma lo fai solamente perché non vuoi addormentarti sui libri mentre fai i compiti!
IO: E’ assurdo! Tu mi sei sempre piaciuto, davvero.
CAFFE’: Lo so, ma io davvero questa situazione non la reggo. Se mi prendi solo perché altrimenti ti viene l’abbiocco, beh, io non ci sto! Scommetto che se fossi decaffeinato mi snobberesti e cambieresti marca: non ti piaccio per come sono, ti piaccio solo per il contenuto di caffeina che è in me!
IO: Beh… tu… oh, ma perché sto qui a discutere con un caffè?! Tanto sei cocciuto, non ti preoccupi nemmeno di ascoltare le mie ragioni.
CAFFE’: Tutte scuse, solamente scuse! Di’ la verità: non appena troverai un surrogato, mi abbandonerai.
IO: Questo mai! Mi piaci davvero, te l’ho detto. È vero, forse ultimamente mi sei utile durante i lunghi pomeriggi di studio, ma vedrai che non appena finiranno gli esami tra noi tornerà tutto come prima! Anzi, meglio di prima!
CAFFE’: Non ti credo più, mi dispiace. E poi lo so che mi tradisci.
IO: Ehhh?? Ma cosa stai dicendo?!
CAFFE’: Guarda che sto qui in cima alla credenza e parlo spesso con lo zucchero, che mi racconta sempre tutto. Non puoi nascondermi nulla. Lo so che di sera prendi la camomilla perché se no non riesci ad addormentarti.
IO: Ma… io… non sempre, cioè, magari se il giorno dopo ho verifica e sono tesa…
CAFFE’: Ah sì? Beh, a me sembra che il numero di bustine di Camomilla scenda vertiginosamente di giorno in giorno. E tu in questa casa sei l’unica che la beve!
IO: Diminuiscono così in fretta perché ne uso due alla volta!
CAFFE’: Non m’importa. O me o lei.
IO: Sei incomprensibile!
CAFFE’: No, sei tu che non capisci!
IO: Beh, sai che faccio? Ti bevo. Ecco, tutto d’un sorso, tanto ora sei pure diventato freddo. E ti faccio un favore solamente non buttandoti giù per il lavandino. Così magari stai zitto!
CAFFE’: Bevimi, bevimi pure. Vedrai che bruciore di stomaco ti verrà dopo! E ti ricordo che non hai Maalox a casa!
IO: Ah, sì?! Vedrai, vedrai. Non mi farai nulla, ho lo stomaco di ferro, io!
Bevo quel caffè antipatico tutto d’un fiato.
Accidenti, non aveva mentito sul mal di stomaco.