Incontri e riflessioni

Cara luna

Scritto da Chiara Mazzilli il 24 Maggio 2010.

Portogruaro, 7 Maggio 2010
Luna,
eri bellissima, anche ieri sera. Inutile dire che questa lettera non so nemmeno come iniziarla.
Ora come ora ti sto aspettando nei momenti di fervente attività che precedono il tramonto.
Ti sto aspettando io, come probabilmente fa quella donna che vedo ritirare i panni stesi, come quel ragazzo con il bicchiere in mano e un sorriso ebete stampato sulle labbra.
Chi ti aspetta per riposare, chi per divertirsi, chi solo per rimirarti.
Non posso che provare un moto di rabbia e di gelosia.
Parlano di te in così tanti…
E’ che, vedi, mi chiedo che senso abbia osservare dall’alto un mondo minuscolo, che per te non sarà certo importante, quando nessuno si cura davvero del tuo vivere…
Forse tu riderai, adesso, di me; dell’umanità e della sua caducità; del nostro essere ingenui, ma io non posso fare a meno di pormi domande.
Da spettatrice penserai che queste sono domande inutili, che dobbiamo rassegnarci a far parte di un progetto più grande che non comprendiamo e non comprenderemo.
Ma allora perché non mostrarlo, questo progetto, invece di tenerlo celato?
Troppo “piccoli” per comprendere?
Ebbene: io, dal canto mio, capisco che la vita tante volte è ingiusta.
Quando vedo un bambino innocente violato da un uomo che credeva amico; quando vedo giovani ragazzi, come quello là seduto comodamente al bar, che buttano via la loro vita credendo di averne trovato il senso dentro ad un liquore, mi arrabbio e mi chiedo dove sia e in cosa consista il “progetto”.
Mi arrabbio, ma non serve a niente.
Ti arrabbi quando vedi grossi rapaci occupare le poltrone in Parlamento e famiglie che non arrivano a fine mese.
Ti arrabbi quando vedi che un tremore del terreno fa crollare le case e con esse i sogni di chi vi abitava.
Mi pare di essere di fronte all’ingresso di un grande Ufficio Reclami dove ti sbattono la porta in faccia.
Quando vedo tutte queste ingiustizie, con chi devo parlare? Con chi mi posso lamentare?
Eppure, sai cosa mi capita? Nonostante questo trambusto, nonostante tutte le cose che non comprendo, il posto che preferisco è proprio il mondo.
Lo vivo, lo respiro, e la vita mi circonda.
Più assaporo, guardo e incontro questa vita, più essa mi spinge a camminare come un gatto vagabondo.
Non posso fare a meno di amarla e, forse, il “problema” è proprio questo.
Tanti hanno cantato e invocato le gioie della sera, perché concede riposo dalle fatiche della giornata. Tanti disprezzavano questa vita che non si ferma ad aspettare e che sorge e tramonta come e quando vuole.
C’è stato chi aveva paura di porre la parola “fine” alla sua esistenza, perché consapevole del fatto che il resto del mondo avrebbe proseguito ugualmente per la sua strada. Altri perché timorosi di un Dio che conoscevano poco o niente, perché, se davvero esiste, conveniva crederci. E altri perché volevano, nonostante tutto, cantare la gioia e la finitezza dell’esistenza.
Ma forse la verità è che tu ci invidi, Luna. Ci invidi perché noi siamo mortali, perché siccome ogni attimo può essere l’ultimo per noi, ogni cosa è la più bella.
E così tu, per me, non sarai mai più bella di quanto sei ora, appena sorta.
Ti ammiro, come prima di me hanno fatto in molti e come di certo staranno facendo altri, e un sorrisetto si delinea sulle mie labbra.
Siamo così lontane, eppure così vicine…
Tu sei infinita e io così mortale, eppure io vivrò la vita pienamente, non da spettatrice, in questo “opaco atomo del male”.
Potrò morire oggi, o tra cinquant’anni, senza magari che mi sia chiaro il motivo, ma tu, che continuerai a passare in questo cielo per un tempo che non so immaginare, non sarai mai parte integrante e “attiva” di questo posto orrendo e meraviglioso assieme.
Molti non sentiranno mai parlare di coloro che li hanno preceduti; altri invece sentiranno un nome sussurrato.
Gli uomini sorgono e cadono come grano invernale e molti si chiederanno come abbiamo vissuto, con quanta forza abbiamo odiato, con quanto ardore abbiamo amato.
Tutti noi umani abbiamo nel cuore un desiderio insopprimibile di infinito, mentre tu, Luna, non ne senti il bisogno.
Che senso ha avere una vita interminabile e perfetta, se non ci si protende verso qualcosa?
Non smetterò di invidiare le tue conoscenze, né di arrabbiarmi per le ingiustizie che vedo, eppure ora ho la certezza, amica mia, che la mia vita è infinitamente più preziosa della tua. E ti amo. E non posso non restare incantata dalla tua bellezza.
Tua,
Chiara

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