Scritto da Studentesse di 3BL: Sara Di Giorgio, Elisa Gaiardo, Emma Grosso
il 03 Maggio 2017.
Il 20 aprile le classi 3AL e 3BL hanno partecipato ad un incontro presso l'oratorio Pio X, che ha visto come protagonista una superstite della seconda guerra mondiale. La novantenne Olga Neerman, ebrea di origine belga, nata e vissuta a Venezia, ci ha dedicato due ore descrivendoci la sua vita quotidiana e le difficoltà affrontate nella sua giovane età.
Quasi quotidianamente, nei media, sentiamo notizie di femminicidi compiuti da mariti, da fidanzati o da "ex" nei confronti di donne che, da questi esseri (o forse dovrei dire "da queste bestie") vengono considerate di loro proprietà. Riflettendo su questa tematica, confesso che resto allibita, esterrefatta al pensiero che l'uomo che tanto ami, che condivideva la tua vita, le tue passioni, da un momento all'altro ti riduca tumefatta di lividi o sfregiata per sempre o ti mandi all'altro mondo.
Jada Manente, allieva della 4°DL del nostro Istituto, dopo aver superato molte selezioni, sta ora vivendo la sua felice, anche se faticosa, esperienza nella Repubblica Domenicana, dove trascorrerà ben undici mesi in mobilità internazionale. Nelle righe che seguono,Jada ci racconta di come in breve tempo sia stata “rapita” dall’atmosfera magica e luminosa dei luoghi, nonché dall’energia e dall’umanità di un popolo che ha la “danza nel sangue” e tanto altro ancora…. Prof.ssa D. Bossone
“Quando ballano lo fanno con amore, è qualcosa che hanno nel sangue e in realtà è così: molti affermano che quando ballano è come se uscisse lo spirito aborigeno che è in loro, guidandoli nella musica”.
Scritto da Martina Battistutta, 3BL
il 08 Aprile 2017.
Ecco il modo in cui reagisci quando ti sbattono in faccia certe immagini. Brividi. Bambini ricoperti dalla polvere, in preda ad un attacco nervoso, convulsioni, vomito. Donne che corrono e gridano disperate. Uomini con l’elmetto in testa che reggono sulle braccia persone di ogni tipo: anziani, adolescenti, adulti. E ancora brividi che ti percorrono tutta la schiena e sfociano in lacrime sul viso. E sono lacrime amare, piene di rabbia, disprezzo, disgusto.
Scritto da Michele Grotto, ex allievo
il 24 Marzo 2017.
La produzione del nuovo Nokia 3310 da parte della start-up finlandese HMD Global ha suscitato scalpore fra gli utenti dei social, sia fra i nostalgici che fra i più progressisti. Ciò che i più affermano è che sia solo un ritorno ingiustificato al passato, una regressione senza senso. La mia visione è un po’ diversa.
Recentemente si è tenuto il primo incontro del progetto “Dibattito fra studenti”, pensato e promosso dai rappresentanti degli studenti. Un incontro importante, ora spiego perché.
Scritto da Studentesse di classe III
il 20 Febbraio 2017.
Una delle cose più belle della scuola sono le finestre. Finestre per guardare fuori, per permettere che il mondo entri nelle classi e che la vita, la nostra, incontri quella degli altri. Le finestre ci ricordano ogni giorno che ciò che studiamo c'entra con la vita, oppure non ha senso. Finestra è anche la LIM, che ci dà modo di incontrare storie lontane nel tempo e/o nello spazio, e farle diventare vicinissime. Ci è capitato con Gio e con la sua mamma. Ciò che è accaduto a Lavagna ci è entrato per sempre nel cuore.
Un conto è leggere parole sui libri, guardare documentari alla Lim, ascoltare i prof. a lezione, studiare distrattamente per l'interrogazione. Un altro conto è calpestare quei sassi, quell'erba che hanno calpestato loro, i soldati, nel monte San Martino, entrare nelle loro trincee. Vedere, al museo della Prima Guerra Mondiale, a Gorizia, le foto vere, i reperti veri, le armi vere dei combattenti al fronte. Vederle, le loro calzature sbrindellate, la loro divisa-di-lana-per-tutte-le-stagioni. Torni a casa e non sei più lo stesso.
Una conferenza, un video, la visita a una mostra e poi? Poi abbiamo deciso che non ci andava di mettere nella soffitta della memoria quanto avevamo ascoltato, quanto avevamo visto, e così ci siamo lasciati interrogare dal libro “L'inverno d'Italia” di Davide Toffolo e dai disegni degli internati, appesi alle pareti del Collegio Marconi, che per un mese ha ospitato la mostra “Oltre il filo”, tracce di memoria del campo di concentramento di Gonars (UD), 1942-1943. Abbiamo provato a immaginarci lì, in quel recinto.
Quella è una tipa strana, dicono quando la vedono attraversare la strada di fronte all'edificio principale dell'università. Cammina senza guardare, non ha paura di venire investita?
Mi piace sentire il rumore e le macchine infrangersi contro la finestra di casa mia. E che stagione, poi... Dei giorni metto addirittura le calze di lana; sapete, mi sposto in scooter, e se non hai le calze fa un freddo becco. E mi piace anche spolverare le mensole, anche se mia madre è sempre pronta a dire il contrario. Sono anche diventato bravo a stirare. Lo ero già, ma poi, sapete, siamo passati dall'asse da stiro alla pressa "elnapress" e li è tutta una sfida continua per l'intero genere umano maschile. Le mamme non si bruciano mai.
Così. Potete dirlo... un lavoro certosino, quello di scegliere fra i mille il vinile da comprare. Alla fine ne ho preso uno degli Smiths; l'ultima canzone è Please Please Please Let Me Get What I Want. Sono contento.
Strazianti si ripetono nelle nostre orecchie le notizie che ad ogni giorno ci arrivano dai media, straziante è vedere quelle immagini; immagini che raccontano quei momenti orribili. Tre giorni fa la terra si è fatta sentire, mettendo in ginocchio la popolazione del centro Italia. Interi paesi rasi al suolo; come dice il sindaco di Amatrice " la città non c'è più ". Ma non sono solo le case o gli edifici ad essere distrutti, lo sono anche centinaia di famiglie, vite spezzate in una manciata di secondi. Commoventi le immagini e le storie che ininterrottamente ci giungono alle orecchie, immagini che fanno aggrovigliare lo stomaco e il cuore.
Scritto da Michele Grotto, ex-allievo
il 29 Agosto 2016.
Oggi, 27 agosto 2016, si celebrano i primi funerali di Stato delle vittime del terremoto del centro Italia. Oggi, proprio sessantasei anni fa, il 27 agosto 1950, moriva Cesare Pavese.
“L’unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere perché vivere è cominciare, sempre ad ogni istante.”
– Cesare Pavese –
In una sola frase Pavese riesce a descrivere la situazione permanente dell’uomo. Sin dall’antichità, fino ad oggi. Fino alla prima guerra mondiale. Fino alla seconda guerra mondiale. Fino al 24 agosto 2016. Pavese con una frase – ma anche con ogni altra sua opera – si slega dalle contingenze e si lega alla natura umana, alla vita umana. È per questo motivo che autori come Pavese vanno studiati a scuola.