La parola al corpo

Scritto da Aurora Poles il 24 Marzo 2017.

Quanti modi conosciamo per comunicare? Infiniti.

Ma quanti modi usiamo per comunicare? Pochi, pochissimi.
La voce. La voce è lo strumento che gli esseri umani utilizzano per ogni cosa, come se la voce fosse il modo migliore per esprimersi, come se le parole potessero mostrare agli altri ciò che veramente siamo, come se le parole fossero verità e non un vestito che scegliamo in base all'occasione, in base a chi abbiamo davanti, e così cambiamo il tono, la velocità e il lessico, mascherandoci ogni giorno, ogni secondo. 

Una maschera che ci fa comodo, una maschera che spesso ci salva dall'imbarazzo, ma quando la professoressa Monica Imperatore ci ha proposto uno spettacolo con poche scene parlate, spiegandoci che le nostre emozioni, le sensazioni e quella storia dovevano essere raccontati soprattutto dal nostro corpo, dai nostri occhi, pensavamo fosse pazza. 

Una sfida enorme per dei ragazzi abituati ad usare le parole per raccontare ogni cosa, per dei ragazzi che prima di quel giorno non si erano mai chiesti se la voce fosse davvero l'unico modo per esprimersi...
E così, sfidando noi stessi, giorno dopo giorno, ci abbiamo provato: ci siamo chiusi la bocca, abbiamo aperto occhi e cuore e ci siamo resi conto di come uno sguardo possa dire molte più cose della voce, di come la postura di ognuno di noi ci racconti, e di fronte a questo non possiamo nasconderci.
Il 6 maggio saremo davanti a centinaia di persone, e cercheremo di raccontare quel copione non a parole ma tramite le emozioni, cercando di smuovere in ogni persona qualcosa, perché Erasmus+ è anche questo.

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