Portogruaro, lì 2 febbraio 2016 A tutti gli Istituti
Come si evince dalle fotocopie appese all’entrata del Vostro Istituto e dalle note informative che vi pervengono, la somma raccolta è davvero notevole! In tutto siamo riusciti a raccogliere ben € 12.430,32. Il ricavato è stato così distribuito: € 8.000,00 sono stati devoluti a favore del Centro di Riferimento Oncologico (CRO) di Aviano, per la ricerca scientifica destinata all’area giovani; i restanti € 4.430,32 alla Via di Natale, che è una associazione che si occupa di ospitare i parenti delle persone ricoverate che provengono da lontano. Nessuno di noi si aspettava di riuscire a raccogliere in un tempo così breve (due giorni) una tale somma, e non ho parole per ringraziare coloro che in qualche modo hanno contribuito. Quello che abbiamo fatto è una vera e propria maratona solidale. Ho provato ad immedesimarmi un Andrea e sono sicuro che lui avrebbe fatto lo stesso per un altro di noi e credo che anche lui, che ora ci sta guardando, sia veramente felice ed orgoglioso di tutto ciò che abbiamo fatto.
Quando, durante una calda mattina di maggio, dall’ultimo banco dell’ultima fila a destra, la timida Nada mi ha comunicato che era in procinto di partire per la Cina con Intercultura, in un primo momento ho pensato di non aver compreso bene…Sì perché lasciare famiglia, scuola e amici, a soli quindici anni e mezzo, per recarsi dall’altra parte del mondo mi sembrava un’impresa davvero titanica…
Ma così è stato: dopo aver sbaragliato moltissimi concorrenti (ma quanti sono gli studenti italiani così coraggiosi???) e superato ardue ed impegnative selezioni, Nada Fanotto dell’attuale 3DL, e dell’allora 2DL, ha vinto un viaggio studio di un anno con destinazione Shanghai-Cina.
Quando mi iscrissi all'università e decisi di intraprendere lo scosceso sentiero della lingua russa, non avrei mai immaginato che solo un paio di anni dopo mi sarei ritrovata all'aeroporto, con una valigia di venti chili a fianco e un biglietto diretto a Tomsk, in Siberia. Maglioni di lana, collant, calzettoni pesanti, un quaderno e una penna, il notebook e tanta, tanta paura, ecco cosa mi sono portata fin quaggiù.
Uno dice "Siberia" e pensa, non in ordine di importanza, a: freddo, tanto freddo; boschi; case di legno; orsi e lupi; neve; ancora freddo. Ma che ci vai a fare là, mi chiedevano, che razza di gente potrai mai trovare? E io non potevo che sorridere imbarazzata, forse se aveste letto anche voi La sonata a Kreutzer o La mite, mi capireste. O forse no, preferireste ugualmente pensare che un Erasmus a Barcellona sia più interessante - e chi lo sa, magari è così - e che io me ne sono andata a congelarmi gli alluci per una nemmeno tanto velata tendenza masochista. Ma avrei voluto accompagnarvi tutti alla serata alla quale mi portarono un paio di settimane fa, durante la quale degli studenti declamarono delle poesie di Esenin; nemmeno io capii - come non capireste voi - ma il suono di quei versi era talmente bello che qualcosa di me li comprese senza bisogno di aprire il vocabolario. Vi sareste innamorati, ne sono certa, e non mi avreste domandato ancora il motivo che mi spinge in questa cittadina di mezzo milione di abitanti poco più a nord di Novosibirsk.
" Alle casse ci sono interminabili code di automi grigi orgogliosi di tenere fra le braccia pacchetti colorati. Almeno penso siano orgogliosi, perché in realtà i loro volti sono appiattiti e i loro atteggiamenti anaffettivi. Nell'aria si può toccare con mano l'imbarazzante paura di arrivare al fatidico giorno e non aver comprato tutti i regali. Automi succubi di una tradizione atavica, inermi. Gli automi grigi, visivamente stanchi a causa della stremante corsa per accaparrarsi i regali meno brutti, passata la cassa, si precipitano alla macchina. "Chi me l'ha fatto fare?" - pensano. Anzi, proprio non pensano: sono troppo stanchi per farlo. Eppure ogni anno ci ricascano e partecipano nuovamente a questa maratona dalla fama internazionale.
Scritto da Elisa Pernumian, 5DL
il 23 Novembre 2015.
7 de Enero. Lo terroristas atacan la sede del periódico satírico de Charlie Hebdo en París: el balance es de 12 muertos y 11 heridos. La causa? Probablemente algunos dibujos considerados ofensivos por los extremistas islámicos.
13 de Noviembre. Es pánico general por causa de diferentes ataques casi contemporáneos en la capital francesa. Esta vez los lugares golpeados son un restaurante, unos bares, un teatro y la zona alrededor del estadio. Las víctimas son muchas, casi 130 muertos y 300 heridos. La causa? Todavía no está clara, hay sólo hipótesis.
Scritto da Simone Senes, ex-allievo
il 23 Novembre 2015.
"Non c'è costrizione nella religione. La retta via ben si distingue dall'errore. Chi dunque rifiuta l'idolo [il male] e crede in Allah, si aggrappa all'impugnatura più solida senza rischio di cedimenti. Allah è audiente, sapiente" (Sura 2: 256). Questo versetto del Corano afferma che non si può costringere nessuno a cambiare la propria religione. L'Islam è una religione di pace, di misericordia, e non consente il terrorismo. Il profeta Maometto diceva che "i primi casi ad essere giudicati nel giorno del giudizio saranno quelli di spargimento di sangue" E il Corano afferma che i musulmani non dovrebbero litigare con gli ebrei e con i cristiani, ma invitarli ad abbracciare l'Islam.
Il giubbotto che avevo era troppo leggero e combattevo per non battere i denti. Ci siamo seduti fuori, ho ordinato un fernet branca, Ludovico un amaro del capo. Cerco l'accendino, lo trovo, tiro fuori una sigaretta, l'accendo. Parlo. - tu almeno sei felice - mi dice Ludovico. - non è vero - rispondo - sì, hai la morosa - sì, ma non me la dà - dico io - almeno sai già cosa fare il prossimo anno - è vero - dico - ma mica sono felice. Ordiniamo un altro amaro. Accendo un'altra sigaretta. Parliamo di ragazze, al solito, facciamo un nome e lo buttiamo giù con un sorso. Questa sì, questa no, questa... fa male. Poi, ordiniamo un altro amaro. Ci congediamo, e torno a casa. Accendo la TV e sento che c'è stato un attentato a Parigi, seguo l'accaduto su Sky tg24, ma probabilmente mi addormento. Ora ci sono due uomini seduti al bar, anzi, a guardarli bene sembriamo proprio io e Ludovico. Siamo belli visti da fuori, penso, ed ecco che esce la solita barista bella come la morte, ci porta da bere, ci sorride, ci sorride, ci sorride e ci guarda morire assieme ad altri dieci, venti, sessanta la prima conta, centoventisette il definitivo.
Scritto da Mattia Calvi, ex-allievo
il 15 Novembre 2015.
L'odio non ha religione. Ci insegnano fin da bambini che il cristianesimo è amore, ci insegnano ad amare il prossimo, ma proprio quando questo sembra essere ciò di cui c'è più bisogno, non si vede. Silente a qualunque chiamata, l'amore resta nascosto accanto alla fratellanza. Non esiste più il buono e il cattivo, ora esistono solo "cristiani ed occidente" e "musulmani e medio oriente": gruppi opposti, fazioni. Dalle crociate ad oggi, le battaglie in nome di divinità e pace non hanno tregua, senza nemmeno per un secondo chiedersi se è la cosa giusta, se c'è un'altra via. "O noi o loro". Sembra che quest'idea sia sempre più diffusa.
Notizia di pochi minuti fa. Un treno nei pressi di Salisburgo è deragliato. Ci sono già dei morti. Ovvio: quelli di ieri sera non bastavano. Che sia solo una coincidenza (un'orrenda coincidenza)? Probabile. Il fatto è che troppe persone stanno perdendo la loro vita e troppe volte questo succede perché non si è preparati. Ci sono stati chiari avvertimenti, avevano detto che avrebbero attaccato la Francia, ma come sempre l'indifferenza e il menefreghismo prendono il sopravvento. ''Ehi, hai sentito le minacce che hanno fatto?'' ''Minacce? Quali minacce?'' ''Dai, quelle che fanno sempre quelli lì dell'ISIS'' ''Ah, ma cosa vuoi che sia... tanto non attaccheranno sicuramente noi'' Poi ci si sveglia una mattina, si accende la tv e ... e il disastro è già avvenuto.
2 ottobre 2015: le 6:45. L’emozione è a mille. Pordenone, Conegliano, Treviso, Mestre, Padova, Bologna, Firenze, e poi, finalmente, alle tredici, ROMA. Roma, con la felicità che ti insegue. Anche se è la quinta volta che ci torno, questa volta Roma mi sembra speciale. Pomeriggio libero, giro per la città, musei, piazze, sculture, fontane, poi cena con tutto il gruppo. Sì, con tutto il gruppo, perché siamo il gruppo del Banco Alimentare. Gli stessi che l’anno scorso hanno proposto a voi alunni delle scuole superiori di Portogruaro, ed anche a voi del "Belli", di partecipare alla Colletta Alimentare. Siamo a Roma anche grazie a voi, in un certo senso, perché siamo come una grande famiglia. In 100 dal Friuli e dal Veneto, assieme per questa grande “avventura”: il giorno successivo era prevista un’udienza con Papa Francesco, che ha accettato la richiesta di incontrare noi volontari: 15000 domande, ma solo in 7860 sono potuti entrare, e io ero tra questi fortunati. Ero col mio “capo area”, il papà e altre novantasette persone tutte accomunate dallo stesso desiderio di aiutare i più bisognosi.
"Buonasera prof, ho scritto questo piccolo pensiero, un piccolo flusso di coscienza ripensando ai 5 anni appena trascorsi :)
Sarà strano non sedersi più tra quei banchi, non svegliarsi più alle 7 di mattina, non fare più le corse per l’ultimo banco. Oggi Alessia non mi scriverà il solito messaggio di inizio scuola: “ massi, mi aspetti fuori che saliamo insieme?” Probabilmente alcuni dei miei compagni di classe non li rivedrò più se non tra qualche anno a qualche cena di classe. Cinque anni sono circa 1825 giorni; di questi 1825, 1000 li ho passati a scuola: 1000 giorni in cui ho conosciuto la mia migliore amica, ho imparato ad accettare le delusioni amorose (Dante docet).
Sin dalla nascita, ciascun individuo viene educato alla cura del proprio organismo, con lo scopo di garantire a quest'ultimo uno stato di benessere non solo fisico, ma anche psicologico. Ogni persona necessita di conoscere il proprio corpo e le funzioni delle singole membra che lo compongono. Sono i genitori ad avere questo importante compito ed il modo in cui un bambino sarà abituato a considerare la propria fisicità rispecchierà, in gran parte, la visione degli adulti che lo circondano.
Scritto da Studenti di 2CL e 2DL
il 17 Maggio 2015.
Seaside town
We went to the airport together We thought the trip would last forever Although our adventure had just begun We knew we would have a lot of fun.
Hello Hastings, here we come Visiting the town was fun We saw the pier, it was so sad Destroyed by fire, it made us mad.
Today we went to Eastbourne pier Where the sound of the waves we could hear At Beachy Head, we felt we were dreaming The cliffs were high and the sea was gleaming.
We saw a caste made of stones But inside there were no bones At Smugglers Cave it was so scary The darkness there made us all so wary.
Questa bella poesia in lingua inglese è stata composta dagli allievi di 2CL (Boz Serena, Dal Pizzol Carrie Asia, Gabbana Francesca, Rossi Chiarasole, Spagnoli Serena) e di 2DL (Calzavara Mariesol, Mauro Isabel, Zerbin Asia) durante lo stage ad Hastings, Gran Bretagna, nell’aprile scorso. prof.ssa M.R.Bellomo
perderò un altro ultimo treno porgendoti l'ultimo fiore purtroppo sono in ritardo e smetterò di cantarmi bugie
e brucerò tutti i miei scritti
non c'è spalla a cui possa appoggiarmi metodo che aiuti a studiare caramella che mi faccia star meglio perderò un altro ultimo treno
aggiungo la delusione alla lista
e non c'è sbronza che la possa curare o preghiera che allievi nell'anima moritura e pungente (soprattutto la sera) l'escludere dinnanzi alla morte l'uomo e le sue dignità ho il diritto di sapere che muoio
ho il diritto di sapere che muoio
e stare in piedi con le mani in tasca in silenzio nei cimiteri a guardarti inciampare e mentre cadi si solleva la gonna
mi chiedo perchè fra tutte ste tombe e tutti sti fiori
io mi ostini a guardarti il culetto
e mi chiedo perchè, vedi qui giaccia mio nonno sepolto dopotutto i miei nodi vengono al pettine ci girano intorno a farne su un cappio
lo sciolgo, con noncuranza sapessi a me, sapere che muoio che mi annoio, sapere il sapore del sale dell'inutilità, dell'ignoranza di una vita tranquilla, magari... di una spiccata caratterizzante lentezza
l'inquietudine, il rifiuto, la fuga la noia, dattiloscritta, nei lumi, i pozzi, gli strali, nei fiori, le fabbriche, i muri nei bar, alle feste, per terra
il mio ramo spezzato il mio fiorellino sbocciato dammi la mano, ti sei sbucciata il ginocchio
“e così fredda” ti dissi e subito pensai questa poesia